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Azione di protesta stamani da parte dei membri della Rete Studentesca per la Palestina, insieme ad attivisti di Fridays For Future Napoli e Laboratorio Ecologista Autogestito ClimaX, che hanno occupato l’aula destinata ad un’iniziativa di raccordo tra il colosso energetico italiano ENI e gli studenti dell’Università Federico II

Gli attivisti, decisi a far sentire la loro voce, hanno espresso la necessità di un’azione concreta per un ambiente sostenibile e una Palestina libera. “L’ambiente non può essere considerato una questione neutrale”, affermano. “Non può esserci alcuna transizione ecologica se nel frattempo civili innocenti vengono massacrati da uno degli eserciti più potenti del mondo, mentre ENI continua ad agevolare Israele nelle sue politiche di estrattivismo. È un’ipocrisia”.

Una considerazione durissima degli attivisti, solidali con la popolazione di Gaza. I giovani hanno inoltre precisato che “ENI non è la sola multinazionale che, eufemisticamente, rappresenta un problema. La Federico II non si fa scrupolo di intrattenere rapporti anche con Leonardo”. 
La loro protesta dunque non si limita solo ad ENI, ma si estende anche alla collaborazione dell’Università Federico II con Leonardo, presieduta dall’ex ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani. Gli attivisti denunciano il coinvolgimento dell’azienda nella vendita di armi ad Israele, ritenendo che “sono complici del massacro di civili palestinesi a Gaza – concludono -. Tutto ciò è inaccettabile.”

Gli attivisti hanno annunciato che nel pomeriggio, alle 14,00, si terrà una conferenza dove verranno affrontate tematiche legate all’ambiente e alla solidarietà con la Palestina. La loro intenzione è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere una maggiore consapevolezza riguardo alle connessioni tra le multinazionali italiane, le politiche di estrattivismo e il conflitto in corso in Medio Oriente.