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Napoli – La sua camicia è troppo “appariscente” e un ragazzino di soli 16 anni, ieri pomeriggio, si è ritrovato accerchiato e picchiato selvaggiamente da un gruppo di ragazzi più grandi in Villa Floridiana, al Vomero. La vittima non ha per fortuna riportato gravi conseguenze fisiche ma è ancora sotto choc. L’ennesimo episodio a sfondo omofobo viene denunciato e stigmatizzato dalle associazioni Non una di meno e Arcigay Napoli, che tornano a puntare il dito contro il clima di ostilità che negli ultimi mesi si sta creando nel Paese.
Da brividi il racconto della vittima: «Ero in compagnia di mio cugino – spiega il 16enne – stavamo uscendo dalla Floridiana, quando sul viale principale incrociamo un ragazzo sulla trentina, che senza nessun tipo di interazione, inizia ad insultarmi per la mia camicia, poi mi da’ del “ricchione”. Io non gli do retta, non rispondo perché la mia camicia è favolosa, e continuo a camminare. Lo stronzo però mi raggiunge e con uno schiaffo seguito da un pugno, mi manda a terra e inizia a colpirmi ripetutamente con calci mentre urlava “tu non sai chi sono io, ti sparo e ti faccio morire qua a terra”.
 
Tutto questo davanti a delle persone che non intervengono. L’unica cosa che sanno dire è “non lo prendere a calci, che poi si rompe”. A quel punto mi intima di andarmene e così faccio, sperando che mio cugino sia lontano, si sia salvato almeno lui». Durissimo, in merito all’accaduto, il commendo degli attivisti di Non una di meno: «In un momento storico in cui tornano a galla vecchi e nuovi fascismi e razzismi, in cui si chiudono i porti, in cui ai migranti si spara, in cui le persone queer vengono picchiate nell’indifferenza generale, lo spazio pubblico sarà il luogo da dove cominceremo la nostra resistenza con l’autodifesa transfemminista», è la promessa.
 
Non fa sconti neppure Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli: «Se un ragazzo di 16 anni, oggi in Italia, viene pestato e insultato come “ricchione” mentre passeggia con il cuginetto in una villa comunale, la colpa è di tutti noi, di uno Stato che ha come ministri della Repubblica istigatori all’odio e all’intolleranza come Salvini e Fontana o di una chiesa cattolica complice di gente come Adinolfi. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza concreta al ragazzo vittima di violenza e odio e ringraziamo Non una di meno per la denuncia. I fatti raccontati ci spingono ancora una volta a chiedere l’immediata discussione della legge regionale contro omofobia ferma imperdonabilmente da troppo tempo alla Sesta commissione regionale presieduta dall’esponente del Partito Democratico Tommaso Amabile».