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Bisogna ripartire con coraggio e farlo nel migliore dei modi”. Così Giacomo Raspadori dal ritiro azzurro di Coverciano dove insieme ai compagni sta preparando le due gare di Nations League contro l’Inghilterra (venerdì a Milano) e con l’Ungheria lunedì prossimo a Budapest. “Vogliamo rimetterci in gioco e ritrovare l’entusiasmo, il lavoro è l’unica strada per ricostruire e cercare di fare qualcosa di grande – ha proseguito l’attaccante del Napoli -. Sarà dura vivere il Mondiale da spettatori, ma bisogna guardare oltre e preparare il futuro. Del mio Napoli di adesso porterei in Nazionale il coraggio di attaccare sempre e la spensieratezza nell’affrontare le partite”..

”Il Napoli? Posso dire di essere entrato in una famiglia” – ha detto Raspadori parlando della sua avventura appena iniziata nel club partenopeo dove è approdato in estate chiudendo l’esperienza nel Sassuolo. “Ho trovato persone perbene e compagni di grande spessore umano – ha continuato l’attaccante classe 2000 dal ritiro di Coverciano – Per un ragazzo come me è un vantaggio potersi inserire in un ambiente così, con tante persone brave e competenti. E’ stato tutto molto bello”. Insomma il Napoli si sta rivelando una scelta azzeccata per la carriera. ”Ho sempre avuto dentro di me tanta ambizione, sto anche vivendo un’esperienza internazionale e può essere importante anche in chiave azzurra – le parole di Raspadori -. Il ruolo che prediligo? Ho giocato anche sulle fasce però mi reputo più attaccante che rifinitore. Per me con un attaccante al mio fianco forse è meglio, ma ho sempre giocato prima punta ed è una cosa che riesco a fare. Ho avuto la fortuna di crescere in una società come il Sassuolo che mi ha dato la possibilità di sbagliare, fare esperienza mi ha portato ad avere più sicurezza in me stesso“. Ma perché preferisce giocare al centro dell’attacco? “Posso restare più vicino alla porta, credo di esprimersi al meglio nella zona centrale del campo – ha risposto l’azzurro – ma spesso ho giocato anche esterno e credo che il ct, come sempre, farà le scelte migliori per il bene della squadra”.