Pronti, via: in Campania parte il centrodestra di Edmondo Cirielli. “Gli abbiamo voluto dare un po’ di vantaggio, ma li riprendiamo” ironizza il candidato presidente. All’Hotel Palazzo Caracciolo di Napoli s’inaugura la campagna elettorale. E appare subito chiaro: il bersaglio è il governatore uscente Vincenzo De Luca, più dello sfidante Roberto Fico. “Fico è un avversario, non un nemico” ci tiene a precisare Cirielli. Di più: “Una persona garbata, educata e apprezzata”. Gli spedisce un “in bocca al lupo” non scontato. E subito svela un aneddoto. Da questore di Montecitorio, il parlamentare di Fdi sedeva nell’ufficio di presidenza, guidato dal pentastellato. “Tante volte – spiega Cirielli – non abbiamo avuto la stessa visione, ma alla fine abbiamo sempre trovato una sintesi”. E quando si è ufficializzata la candidatura del viceministro, Fico gli ha mandato un “messaggio affettuoso”. Insomma: il duello s’annuncia all’insegna del fair play.
All’uomo del M5S, le uniche parole ruvide giungono da De Luca. Le cita Cirielli, tra le tante, leggendole in sala. Ma è per marcare una differenza di stile con lui (“frasi che non mi appartengono come cultura”). E in modo nemmeno velato, per evidenziare i problemi del Campo Largo (“Se perdono qui, Schlein deve dimettersi”). Proprio a De Luca, Cirielli muove una serie di accuse. “Sulla sanità – sostiene – non partiamo da zero, ma da sottozero”. Sulla Terra dei fuochi poi, “gli unici successi sono quelli del Governo Meloni, che ha stanziato fondi”. Cirielli però smentisce di aver lanciato l’idea del “Granducato di Salerno”, di sapore secessionista (“una falsità”). “Con il mio partito – dice – ho presentato una proposta di legge che modificasse il nostro assetto istituzionale e creasse 36 enti nuovi, che raccogliessero l’eredità di Regioni e province“. Un progetto partorito dalla “Società geografica italiana”. “Penso ancora che esiste un problema – aggiunge -, una profonda differenza dal punto di vista socioenomico e delle esigenze delle aree interne e delle province rispetto all’area metropolitana”. A suo dire, fratture “peggiorate” dalle ultime amministrazioni regionali. “Con l’esistente struttura istituzionale – afferma Cirielli – va cambiato il sistema di interpretare le esigenze del territorio, basta pensare ai piani di zona, le differenze di interventi sociali, le reti ospedaliere, le infrastrutture”.
E a chi chiede se si dimetterà da governo e Camera, in caso di sconfitta, risponde: “Vincerò, quindi, sarò costretto a dimettermi da deputato e da viceministro”. Quanto alle liste di coalizione “stiamo lavorando”. Alla fine saranno tra le sei e le otto. Oltre a FdI, Lega, Fi, e Noi Moderati ci saranno l’Udc, la Dc di Rotondi e “il supporto del Nuovo Psi di Stefano Caldoro“. Prevista una civica del presidente che “è quasi conclusa su Napoli e in cui c’è molto spazio per la società civile”. La lista di Fratelli d’Italia sarà quasi certamente aperta da Gennaro Sangiuliano. La stesura del programma sarà affidata ad un comitato costituito dai coordinatori regionali dei partiti, insieme ad un incaricato di Cirielli. Lo slogan? “Rialziamoci per tornare grandi”, e suona trumpiano. “Ma lo usai già nel 2009 da presidente della provincia di Salerno, è Trump ad avermi copiato” scherza il candidato.