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E’ il canto del cigno di Luigi de Magistris. Si mostra magnanimo annunciando – per l’ennesima volta – che dopo le suppletive presenterà la sua lista per le regionali “e siccome – dice – non siamo supponenti non indicheremo il candidato presidente perché crediamo che dall’interlocuzione con le altre forze politiche può venire fuori una candidatura forte”. Ribadendo la necessità di “operare in un campo largo che superi la vetustà della sfida Caldoro-De Luca”. Il grande talento interpretativo, va riconosciuto, non è mai mancato al sindaco di Napoli che da anni e a scadenza elettorale si cala nei panni più svariati.
 

DE MAGISTRIS E I SOGNI DI GLORIA –  Premier, leader di movimenti nazionali e internazionali. Sogni di gloria probabili quanto diventare presidente della Città dell’amore e capo dello Stato di Napoli Città autonoma. Ha calcato con la fantasia e a parole i palchi della scena locale, nazionale, europea. In principio fu il Parlamento con il fallimento della lista Ingroia passando a strizzare poi l’occhio a Leu – perdendo pezzi dei centri sociali – e al Movimento Cinque Stelle (delusi e non) per ritagliarsi disperatamente uno spazio politico nazionale. Fino ad ergersi come il Che napulegno che avrebbe liberato il Sud dalle diseguaglianze per poi passare a guidare la missione di derenzizzazione al grido di ‘Renzi Cac…sotto’. Ed infine, ma non ultimo, l’annuncio della sua candidatura a Premier come anti-Salvini. Tra un atto e l’altro anche la rivoluzione Podemos in salsa partenopea. Che spettacolo. Nella realtà il movimento deMa che sarebbe dovuto approdare a Roma fino a conquistare l’Europa non ha mai varcato la soglia della sede di via Diaz. E ora, da ultimo, tenta – sempre disperatamente – di entrare in Consiglio regionale.

LA DISPERATA CORSA IN REGIONE –  “Forse riesce a farsi eleggere presidente del Consiglio comunale di Napoli alla prossima tornata” malignano alcuni consiglieri della sua maggioranza nei corridoi di via Verdi, dopo aver letto che stamattina il sindaco ha ancora una volta annunciato la presentazione della sua lista alle regionali, invocando una coalizione larga intorno a una candidatura forte. Che ovviamente per deMa non può essere De Luca. E non è nemmeno lui: la sua possibile discesa in campo come Governatore non ha entusiasmato nessun partito. E de Magitris sa bene che da solo non andrebbe da nessuna parte. Stesso vale per la sua lista, che ha possibilità solo se inserita in una coalizione vincente. Così, paradossalmente, hanno più probabilità di assicurarsi un posto in Regione consiglieri comunali della sua maggioranza – come ad esempio Nino Simeone – se decidessero di candidarsi nella lista di De Luca presidente, che quelli pronti a correre sotto la sua lista deMa.

I NOMI NELLA LISTA DEMA – La politica è voti, calcoli. Per poter accedere alla ripartizione dei seggi  la lista deMa dovrebbe superare la soglia di sbarramento del 3%, a meno che non faccia parte di una coalizione capace di ottenere almeno il 10%,  riuscendo così a poter ambire a circa 2 consiglieri regionali. Ecco perché senza coalizione sarebbero davvero in pochi a candidarsi ugualmente alle regionali: porterebbero a casa quasi sicuramente solo una figuraccia e nessun risultato. Tra i nomi che circolano per la corsa al Consiglio regionale con deMa: i consiglieri comunali Gabriele Mundo (Riformisti democratici con de Magistris), Elpidio Capasso, Rosario Andreozzi (DeMa), gli assessori Ciro Borriello, Raffaele Del Giudice, Annamaria Palmieri (sempre più probabile al posto di Alessandra Clemente), Enrico Panini, Eleonora De Majo, i consiglieri metropolitani Domenico Marrazzo e Francesco Jovino, i presidenti di municipalità Ivo Poggiani e Francesco Chirico. 

di Marina Cappitti