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Sono molti e di diversa connotazione politica gli ostacoli sulla strada della riconferma di Piero De Luca, figlio del Presidente della Regione Campania, a vicecapogruppo del Pd alla Camera. Il giovane deputato, in queste ore, è al centro di un vero e proprio “caso”: è stato il numero due della delegazione Dem a Montecitorio fino all’arrivo di Elly Schlein alla guida del partito, poi la nuova leader, come è consuetudine, ha designato i nuovi vertici.
 
Al Senato al posto di Simona Malpezzi è arrivato Francesco Boccia, mentre alla Camera Chiara Braga ha sostituito Debora Serracchiani. Un rinnovamento al quale deve seguire quello dei vice: Piero De Luca, che ha sostenuto alle primarie Stefano Bonaccini, così come il papà Vincenzo, spera nella riconferma, sostenuto dai riformisti del Pd, ma al momento la situazione è fluida, tanto che la stessa Schlein continua a rinviare la scelta.
 
A quanto si apprende da fonti di primo piano, i principali avversari di De Luca jr sarebbero napoletani: in particolare, a sbarrare la strada alla riconferma di Piero a vicecapogruppo alla Camera sarebbe Marco Sarracino, anche lui deputato, ex segretario provinciale del Pd di Napoli e sostenitore della Schlein alle primarie: “Sarracino” – dice una fonte autorevole a Anteprima24.it – “si sta opponendo con forza alla riconferma di Piero De Luca a vicecapogruppo alla Camera. Il suo obiettivo è ridimensionare un concorrente, vuole avere le mani libere sul partito a Napoli e in Campania, anche in previsione delle prossime regionali”.
 
I discorsi vanno indietro nel tempo, si torna a scelte come quelle dei capolista alla Camera e al Senato alle politiche dello scorso settembre, quando a Napoli sono stati paracadutati, in posizioni blindate, protagonisti estranei al territorio: gli ex ministri Dario Franceschni e Roberto Speranza, l’ex leader della Cgil Susanna Camusso. Scelte, avallate dall’allora segretario provinciale Sarracino, che hanno drasticamente penalizzato i maggiorenti napoletani del partito, che hanno dovuto cedere il passo ai big nazionali catapultati all’ombra del Vesuvio per garantire loro l’elezione.
 
La Schlein, però, non ha ancora preso una decisione definitiva su De Luca jr.; la mancata riconferma a vicecapogruppo alla Camera inasprirebbe ancora di più i rapporti tra la neosegretaria e Vincenzo De Luca, che aspira al terzo mandato ma è stato stoppato, almeno a parole, dalla attuale segretaria nazionale. Per dare modo a De Luca padre di correre anche alle prossime regionali andrebbe varata una legge che superi il limite dei due mandati, altro elemento di contrasto tra il governatore e i vertici nazionali del suo partito.