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Napoli – Nuova ondata di controlli contro i “furbetti” dello sversamento illegale di rifiuti. A entrare in azione sono stati ancora una volta gli agenti della polizia municipale dell’unità operativa Vomero guidata dal capitano Gaetano Frattini e dell’unità operativa Tutela ambientale guidata dal capitano Enrico Del Gaudio al fine di verificare il corretto conferimento dei rifiuti da parte delle attività commerciali e dei privati cittadini. I caschi bianchi del Comune di Napoli hanno letteralmente passato al setaccio le strade della zona collinare e settentrionale della città, con una “puntata” anche nel centro storico, e quella che ne è venuta fuori è stata l’ennesima raffica di verbali.
 
Gli agenti in via Dietro la Vigna, nel quartiere Miano, sorprendevano un cittadino che stava abbandonando su suolo pubblico un frigorifero, a uso casalingo, al fine di disfarsene perché non più funzionante. Il responsabile dell’abbandono avrebbe dovuto portare l’elettrodomestico all’isola ecologica dell’Asìa o contattare il call center del servizio per richiedere il ritiro in strada presso il proprio domicilio. Pertanto scattava la sanzione amministrativa di 500 euro per la violazione dell’ordinanza sindacale e il recupero del frigorifero. Venivano controllate attività nella zona Vomero sempre per verificare il rispetto della raccolta differenziata e il rispetto dell’orario di conferimento dei rifiuti. In piazza Medaglie d’Oro per un venditore itinerante scattava la sanzione perché permaneva nello stesso luogo per oltre due ore ed anche perché veniva sorpreso in pieno giorno a sversare i rifiuti nei cassonetti dei rifiuti solidi urbani. Nel rione Alto due privati cittadini venivano sanzionati perché depositavano sacchetti di spazzatura all’intero dei cassonetti dei rifiuti solidi urbani fuori dagli orari consentiti. In via Colonnello Lahalle, all’Arenaccia, scattava per il responsabile del supermercato “Sigma” una sanzione amministrativa di 5mila euro e il sequestro delle buste “shopper” utilizzate per la spesa per la violazione del Codice dell’ambiente che ha bandito l’uso dei sacchetti in plastica perché inquinanti. Nello specifico venivano sequestrati ai fini della confisca e distruzione circa 54.000 pezzi perché illegali in quanto non compostibili e non biodegradabili.