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Acerra (Na) – Rinnova il suo appello a mettere fine allo “scempio” dei roghi tossici, il vescovo di Acerra (Napoli), don Antonio Di Donna. Lo ha fatto nella sua omelia, in occasione della Festa di Maria Assunta.
Indubbiamente, è cresciuta in questi anni la sensibilità delle Istituzioni, delle associazioni e della gente comune. Segno evidente di ciò sono le varie azioni che i governi dei territori si sforzano di mettere in atto, e gli accordi di natura preventiva tra le diverse Istituzioni e i movimenti impegnati sul tema – ha detto monsignor Di Donna – Certo, però, rimane la domanda di fondo: cosa si è fatto e cosa si vorrà fare per prevenire a monte tale disastro, visto che a differenza delle altre parti d’Italia, nelle nostre terre brucia di tutto, plastica, gomme, elettrodomestici, pneumatici, vernici, eternit, intere discariche di rifiuti abbandonati ed abusivi provenienti dal mercato nero e non smaltiti regolarmente?”. “E poi ritorna il dubbio angosciante che ogni volta si fa largo nel cuore e nella mente di tutti noi, nonostante i tanti buoni propositi e gli imperterriti, anche nelle più importanti Istituzioni, negazionisti – ha aggiunto – siamo proprio certi che nelle nostre campagne e nelle nostre terre non vengano più sversati rifiuti tossici, magari provenienti anche da qualche industria del Nord? E’ giunto il momento di dire basta e porre fine a questo scempio!”.
Un passaggio, il vescovo, lo riserva anche alla quarta linea dell’inceneritore. C’è l’impressione, ha detto, “che alcuni territori, Acerra e dintorni, rimangano pattumiere mentre altri vengono riqualificati”. “Forse Acerra si deve sacrificare per tutta la regione? Perché, se si ferma l’inceneritore, vanno i rifiuti per strada? Almeno si abbia il coraggio civile di dirlo apertamente ‘voi vi dovete sacrificare per tutta la regione’, ma in nessuna sede ho ricevuto questa risposta – ha ribadito – Almeno la soddisfazione di sapere di che morte dobbiamo morire, ditecelo! Acerra ha già dato, il territorio è saturo, serve una moratoria per blindare il territorio”.