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Napoli – Nel suo quartiere vigono due regole. La prima è pace. Nessuno deve mai pensare di scatenare una guerra di camorra, oppure organizzare una sparatoria come invece avviene negli altri quartieri. La seconda è il pagamento del pizzo. Tutti, anche poco, ma devono piegarsi alla regola imposta anche perché Carmine Montescuro, detto ‘Zio Menuzzo’ ha il vizio del gioco e spesso è a Montecarlo a spendere il suo ‘stipendio’ da capoclan. E nonostante la veneranda età di 84 anni il gip Ferrigno del tribunale di Napoli ha autorizzato il suo arresto e il trasferimento in carcere. Perché è da Montescuro che tutti i capiclan passano per chiedere non solo ‘consigli’ ma anche autorizzazioni.

Per fare le guerre, per conquistare territori, per saldare o chiudere alleanze. Sembra la trama di una nuova puntata di Gomorra e invece è il ruolo che per ben 4 decenni si è costruito attorno alla sua figura Montescuro tant’è che non ha mai perso un suo uomo in un omicidio e mai avuto faide nel suo quartiere: Sant’Erarso. Un rione cuscinetto tra piazza Mercato e Ponticelli-San Giovanni e Gianturco. Da lui nel 2000 si sedettero allo stesso tavolo i Misso, i Mazzarella e i Contini che si stavano combattendo in ogni quartiere con 200 morti uccisi all’anno. Poi si sedettero i Sarno, che avevano perso il controllo del rione Ponticelli dopo i pentimenti dei capiclan. Con lui ha avuto rapporti Marco Mariano, boss pentito dei Quartieri Spagnoli durante la faida degli anni Novanta. Un personaggio “pericoloso” e “rischioso” come lo ha definito il gip motivando la misura cautelare più dura nonostante la sua età.