Nella sala consiliare del Comune di San Giuseppe Vesuviano, martedì 9 settembre, è stato firmato il protocollo d’intesa che rafforza il Progetto Vesuvio. L’adesione del sindaco Michele Sepe segna un ulteriore passo nella battaglia per garantire che i cittadini della zona rossa, in caso di eruzione, non vengano trasferiti in massa al Centro-Nord, ma possano trovare accoglienza in Campania o nelle regioni meridionali limitrofe.
Il presidente della Fondazione Convivenza Vesuvio, Vincenzo Coronato, ha sottolineato come il progetto stia crescendo grazie alla collaborazione tra territori e istituzioni, con il sostegno dell’onorevole Alessandro Caramiello, presidente dell’Intergruppo parlamentare Sud Aree Fragili e Isole Minori, impegnato da tempo su questo fronte.
Undici comuni coinvolti
Con l’ingresso di San Giuseppe Vesuviano, salgono a undici i Comuni che hanno scelto di sposare il progetto: Ottaviano, Terzigno, Ercolano, Torre del Greco, Cercola, San Giorgio a Cremano, Boscoreale, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Torre Annunziata e, appunto, San Giuseppe Vesuviano.
In totale, circa 400.000 abitanti su 515.000 della zona rossa risultano oggi rappresentati da sindaci e amministrazioni che hanno deciso di difendere la dignità delle proprie comunità. “Non si tratta di numeri, ma di persone che non vogliono essere sradicate dalla propria terra”, è stato ribadito durante l’incontro.
Un fronte comune per i cittadini
La giornata ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali locali, tra cui l’assessore all’Ambiente Nicola Carillo, l’assessore al Bilancio Vincenzo Ambrosio, la presidente del Consiglio comunale Michela Saggese e il consigliere regionale del M5S Gennaro Saiello. Presenti anche i consiglieri Michele Palmieri, Alberto Randaccio e Alfonso Prisco, l’assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Ementato, l’avvocato Pierluigi Aliperta, membro della Commissione Speciale Rischio Vesuvio dell’Intergruppo, e il dottor Emilio Caserta in qualità di giornalista.
Tutti hanno ribadito la necessità di un impegno condiviso: “Difendere il diritto dei cittadini vesuviani a restare nella propria terra significa difendere identità, storia e futuro di un intero territorio”.
Un modello sotto osservazione internazionale
L’evento ha attirato l’attenzione anche all’estero, con la presenza di una troupe di giornalisti francesi che hanno seguito gli interventi, mostrando interesse per un progetto che potrebbe trasformarsi in modello internazionale di gestione delle emergenze vulcaniche.
Con questa nuova adesione, il Progetto Vesuvio si conferma come un percorso concreto che unisce istituzioni, amministratori e cittadini sotto un’unica bandiera: quella della dignità e della continuità di un popolo che, pur convivendo con il vulcano, rivendica il diritto a restare nel Sud.