Dal 2019, alcuni cittadini attivi hanno presentato un progetto di riqualificazione dell’ex area Nato a Gianturco. “Ma il Comune di Napoli non ci ha mai risposto” dice Antonio Cardone, referente del gruppo Facebook Comitato Ascarelli Gianturco Luzzatti Sant’Erasmo. Intanto, il sito è rimasto abbandonato. È divenuto inevitabile approdo di sversamenti illegali di rifiuti. E tra sabato e domenica, sono scoppiati due maxi incendi, visibili da vari punti della città. “Chi si prende la responsabilità delle tossine che andiamo a respirare?” chiede Cardone. Lo scoramento si mischia alla rabbia, tra questi residenti della Municipalità 4. Il problema degli roghi esiste da anni. Il comitato è nato per questo, come gruppo di segnalazioni sui social. Adesso vorrebbero un confronto con Palazzo San Giacomo, dopo aver spedito tante pec a vuoto. “Perché se ci sono alternative, il Comune non le prende in considerazione?” domanda ancora Cardone. Sono ancora tanti gli interrogativi in sospeso. Una prima richiesta di conferimento fu respinta dall’amministrazione “in quanto le aree richieste erano oggetto di giudizio arbitrale” spiega Cardone. Adesso però i proponenti auspicano un ripensamento, “considerata la risoluzione e la riacquisizione delle aree da parte del Comune di Napoli”.
Il progetto prevedeva “un’associazione che si assumeva l’onere di riqualificare l’area, per promuovere attività sociali e culturali” precisa il coordinatore del gruppo. Si chiedeva l’assegnazione del terreno in comodato. “In completa autonomia economica – spiega la proposta -, l’area in oggetto sarà bonificata e riqualificata, attivando un area verde per la cittadinanza, area culto e un ampio spazio per animali”. Ma da queste parti non devono fare solo i conti con il degrado. C’è stata anche l’illusione di un rilancio della zona, legata ad una riscoperta culturale. Al Rione Luzzatti è ambientato l’Amica Geniale, il best seller di Elena Ferrante, diventato serie Tv Rai. E già prima della fiction, questi luoghi erano meta di pellegrinaggio letterario. Ma le speranze sono presto andate in fumo, proprio come accade all’area ex Nato. Sarebbe servita, magari, la mano tesa delle istituzioni. “Lo stato di abbandono – sottolineano i cittadini – in cui versano i quartieri dove è ambientata la storia di Lila e Lenù non è cambiato”. E anche il boom turistico di Napoli non ha intercettato questo segmento cittadino. Un’opportunità persa, finora.
“All’ombra dei grattacieli del Centro direzionale- ricordano gli abitanti – tra diversi siti industriali dismessi, in una zona della periferia orientale di Napoli dove nell’ultimo decennio le uniche attività economiche che hanno trovato sviluppo sono quelle commerciali dei cinesi, poco si sta facendo per sfruttare quest’occasione di rinascita”. E dire che non sono certo mancate le denunce, le manifestazioni di protesta. Più volte i residenti hanno evidenziato “i disagi arrecati dall’incuria”, la prostituzione “su strada a tutte le ore del giorno”. Senza trascurare come “parcheggio selvaggio, roghi e risse tengono in ostaggio un intera comunità”. E da tanti anni, peraltro.