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di Ornella d’Anna

Napoli – Aperto, poi chiuso. Poi riaperto e poi richiuso. La storia del parco san Gennaro, alla Sanità, è la storia del degrado quotidiano di un popolo che non ama e non si ama, di gente che vive nell’incuria e nell’incuria fa morire le sue risorse. Quasi settemila metri quadrati, zone a prato, viali alberati, aiuole e tufo, questo giardino in pieno centro è stato ricavato da un vecchio vigneto e ospiterebbe anche un piccolo edificio con servizi igienici, un campo di calcetto e un’area centrale pavimentata adibita a pista di pattinaggio. Un sogno, se non fosse che atti vandalici di ogni tipo e degrado lo distruggano puntualmente. Dichiarato inagibile nel 2017 a pochi mesi dall’ultima messa in opera, se tutto va bene rimarrà chiuso fino al prossimo anno, altrimenti chissà.

Save the Children Italia, nelle scorse ore ha avviato una petizione online per salvarlo, con l’obiettivo di restituirlo soprattutto ai bambini, chiedendo al Parlamento di stanziare le giuste risorse economiche e approvare con urgenza una legge sulla sicurezza scolastica. L’organizzazione ha sottolineato che “I bambini e adolescenti italiani crescono in un paese in cui c’è sempre meno verde, con un aumento di 30mila ettari di territorio cementificato dal 2012 al 2018. Il fatto che ben il 44% vada a scuola in macchina non stupisce, soprattutto se si considera che il rapporto tra ogni neonato che nasce in Italia e le macchine immatricolate nello stesso anno è di 1 a 4”. Il dato più sconfortante spetta proprio alla Campania, dove 8 minori su 10 non svolge “alcun tipo di attività culturale”. Proprio dal parco, dunque, si potrebbe ripartire per sottrarre i più giovani alla malavita organizzata. Peccato che sul San Gennaro pendano ancora diverse tegole: prima di tutto, la carenza di personale. Molti dei custodi, ormai anziani, sono andati in pensione e quelli ancora a lavoro lo aprono a singhiozzo; inoltre, resta l’interrogativo della gestione: il Comune aveva evidenziato la necessità di affidarla a qualche associazione territoriale, con la speranza di inserire questo “polmone verde” in un circuito di eventi. Al momento, però, nessuno si è fatto avanti.