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Napoli- Addio agli imbratti della vergogna. Sono partiti stamattina i lavori per il restauro della scalinata e delle pareti esterne della Basilica di Santa Chiara. Cala così il sipario su una delle più indegne brutture che da anni attanaglia uno dei simboli del centro storico di Napoli. A mettere mano alla tasca, così da consentire il reperimento dei fondi per la rimozione delle centinaia di scritte spray, non sono state però le istituzioni, bensì i cittadini che hanno a cuore il complesso trecentesco. Il cantiere è stato infatti finanziato grazie a una raccolta fondi indetta su una piattaforma web.

L’area è stata cantierizzata alle prime luci di oggi e interesserà, per un tempo al momento non ancora quantificato, sia la scala laterale in marmo che la parete tufacea della basilica stessa: entrambe ormai ridotte a un inguardabile groviglio multicolor. Le risorse, come detot, sono state trovate dalla Parrocchia di Santa Chiara, che a sua volta le ha reperite sulla piattaforma di crowdfunding sociale Meridonare: «A conti fatti la collettività si è fatta carico dei costi per la ripulitura di tutti gli imbratti esterni», ragiona il consigliere della Municipalità Due Pino De Stasio, il primo ad annunciare stamattina l’avvio dei lavori. L’esponente del parlamentino di piazza Dante ricorda poi: «Io stesso sono stato di recente promotore di una denuncia per gli imbratti presenti all’interno della Basilica di Santa Chiara, in particolare per gli sfregi fatti sulle tombe del ’400 e del ’500, ripuliti in seguito dopo tantissimi anni di abbandono». Il bicchiere è però pieno soltanto a metà: «Con quest’intervento di raccolta fondi – commenta De Stasio – si è riusciti ad avviare un primo step di pulizia e restauro, ma non posso che rivolgere una forte critica alle esigue risorse che le Sovrintendenze e il Ministero mettono oggi a disposizione della lotta agli imbratti. Penso ai tanti esempi di degrado ancora presenti sull’intera zona dei decumani. Speriamo che questo restauro sia il primo momento di una lunga fase di recupero del centro storico, a partire dalle superfici esterne del Campanile di Santa Chiara, ormai del tutto violentate da quelle scritte ignobili».