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Torna, come di consueto, l’appuntamento fisso con “Parla Parlato”, in cui il tecnico oplontino risponde alle domande dei giornalisti.

Dall’inizio della stagione, mai una dichiarazione fuori posto, mai un’uscita sopra le righe e nonostante le tante polemiche che stanno, purtroppo, accompagnando il campionato da diverse giornate, Parlato ha sempre risposto solo con il lavoro e con il campo. Complimenti per come riesce a gestire la situazione e, soprattutto, per come riesce a mantenere alta la concentrazione dei suoi calciatori. “Grazie mille. Caratteristiche personali ed esperienza mi aiutano in questo. Meglio che una testa si adegui a 25 oppure il contrario?! Poi è giusto che il sottoscritto si confronti, individualmente, con i calciatori in rosa”.

Ritiene, come sottolineato anche da diversi colleghi del girone, che il Savoia sia la squadra che esprime il più bel gioco? “Credo che sia molto importante per me che tutto il collettivo giochi con concentrazione nelle due fasi di gioco, in quanto ognuno ha un compito individuale da svolgere e che il blocco squadra si muova insieme. Discorso valido sia nel gioco che sulle palle inattive”.

Mancano 12 giornate al termine del campionato. Essere costretti a rincorrere non è semplice, soprattutto sul piano mentale. Come sta impostando il lavoro in vista dello sprint finale? Pensiamo, esclusivamente, alla prossima gara contro il Roccella. Non sprechiamo energie inutili”.

Come giudica le diverse ammonizioni prese perché i calciatori si tolgono la maglietta? Comprendiamo la foga e la gioia del momento ma, vista la posta in palio, non crede che questi cartellini andrebbero evitati? “Dico che si è cocciuti e che, allo stesso tempo, ci debba essere il controllo della propria emotività. Purtroppo, o per fortuna, ognuno di loro reagisce in maniera istintiva”.

Difesa che continua ad essere il vostro punto di forza, ma poco alla volta anche in chiave offensiva il lavoro inizia a pagare, in attesa di sfruttare anche le enormi potenzialità di De Vena da questo punto di vista. Non crede che le critiche arrivate siano alquanto ingenerose, considerando che al momento soltanto Palermo e Acireale hanno segnato qualche gol in più del Savoia? “Credo che la squadra stia lavorando bene in fase realizzativa. Anche se l’errore è sempre la novità del giorno. Abbiamo bisogno di tutti a prescindere, e non di un solo giocatore. Arriverà anche il tempo di De Vena”.

Parlando proprio di De Vena, fiore all’occhiello della recente campagna acquisti, il suo inserimento in pianta stabile tra i titolari è legato più ad una situazione tattica o fisica? Per caratteristiche con chi pensa si possa sposare al meglio tra gli attaccanti a disposizione?“Alessandro, in precedenza, ha avuto qualche acciacco alla pianta del piede. Ha lavorato sodo per recuperare bene. Diamo tempo al tempo”.

Il Roccella è reduce da tre k.o di fila decisamente amari: contro avversari del genere non sarebbe opportuno magari partire subito forte, come fatto nella ripresa contro la Cittanovese? Cosa manca, se manca, ancora ai suoi per poter risultare efficaci per tutto l’arco dei 90 minuti? “E’ una trasferta difficilissima. Non ho la bacchetta magica per sapere se partissimo forte, segneremmo e vinceremmo la gara. Conosco i pregi della squadra, ma anche i difetti”.

Voglio complimentarmi per i due cambi effettuati ad inizio ripresa, proprio quelli che ci volevano per cambiare il volto della partita. Nel primo tempo, abbiamo sofferto l’uomo in meno a centrocampo, oltre al dinamismo degli avversari che in quella porzione di campo hanno pressato tanto, impedendoci di costruire gioco. Inevitabilmente, siamo stati costretti a costruire il gioco dalle retrovie con lanci lunghi che si perdevano nel deserto in cui predicavano i nostri due attaccanti. Scalzone, inoltre, è apparso un po’ fuori posizione, costretto senza alcun tipo di rifornimento, a provare ad andarsi a prendere la sfera sulla fascia. A nulla dunque sono valsi i tentativi di scambiarli continuamente di posizione. L’inserimento nella seconda frazione di un centrocampista e l’ingresso di Cerone, con conseguente spostamento di Scalzone nel cuore dell’attacco, hanno rotto gli equilibri e sono bastati solo 20 minuti per annichilire la Cittanovese. Pensa che questa potrebbe essere una buona soluzione tattica, soprattutto in casa dove le squadre, molto spesso, si chiudono? “Grazie. Merito dei ragazzi perchè sono loro che devono darti ragione attraverso la differenza che fanno in campo. Purtroppo, certe volte, prepariamo le partite in un modo ma non è detto che vada bene: bisogna sempre leggere la gara”.

Domanda su Diakitè e Cerone. Il primo lo abbiamo visto fuori condizione, piuttosto svogliato e con il morale sotto i tacchi mentre il fantasista oplontino, sembrava giù dopo l’esultanza con Scalzone. Pensa che i due calciatori vadano recuperati soprattutto psicologicamente perché il gol manca da troppo tempo? “Assolutamente no. Diakitè ha corso moltissimo e penso che se avesse fatto gol di testa, staremmo qui ad elogiarlo. Purtroppo, però, non è andata così. Credo che Cerone sia contento perchè la squadra ha segnato. Grazie a lui sia Scalzone che Chironi hanno fatto gol. Poi, per ogni nostro attaccante, la rete è il passpartout per vivere il dopo senza patemi d’animo in zona offensiva”.