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Di Ornella d’Anna

Napoli – Giorni di disagi per i genitori che hanno figli in età scolastica: sono loro, infatti, i primi ad aver risentito del singolare sciopero di 48 ore della Napoli Servizi, messo in atto per ottenere i premi di produttività, i ticket arretrati e gli avanzamenti di livello. A incrociare le braccia sono stati, prima di tutto, i bidelli e gli ausiliari dei minori con disabilità, e successivamente i dipendenti della protezione civile. Nella giornata di ieri, in alcune scuole di Napoli il personale di servizio si è presentato a lavoro ma senza lavorare; così, ai più piccoli è toccato rinunciare alla refezione e alle famiglie riportarli a casa in anticipo rispetto all’orario di uscita e senza preavviso. Una situazione che ha interessato tutte le zone della città e che avrà le sue ripercussioni oggi, visto che alcuni plessi scolastici rimarranno chiusi per “pulizia degli edifici”. Pulizia che ieri non è stata effettuata per lo sciopero, appunto.

 “Esprimo solidarietà ai dipendenti della società” – spiega il padre di un alunno di una scuola di Chiaia -. “Ma non posso fare a meno di ritenere inopportuno il loro comportamento. In ogni caso deve essere rispettato il dovere di erogare il pubblico servizio che, tra l’altro, per i bambini dei nidi comunali è a pagamento”. Se i più fortunati sono riusciti a sapere quantomeno in anticipo che il proprio figlio rimarrà a casa, ad altri è toccata sorte peggiore: “Per avere informazioni su ciò che accadrà oggi ci affidiamo alle chat della classe, nessuna comunicazione ufficiale”, sottolinea un’altra mamma, che ha il figlio in un istituto nei pressi del Museo Nazionale.

In giornata, intanto, ai dipendenti della Napoli Servizi dovrebbero essere comminati oltre cento provvedimenti disciplinari: al termine di un incontro con il vicesindaco Enrico Panini e con l’amministratore della società Salvio Palma, il sindacato dei lavoratori ha ottenuto che fossero adottate tutte le strategie per arrivare all’approvazione del bilancio 2017.