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Gettati nella trincea della scuola in pandemia, illusi e poi abbandonati dopo 2 anni. Sono migliaia in Campania, e molto arrabbiati, i lavoratori della scuola reduci dagli “organici Covid”. Si tratta di personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) e docenti, arruolati col decreto rilancio 2020, per fronteggiare l’emergenza negli istituti scolastici. Oggi, cessato l’allarme Covid, sono stati rispediti a casa. La vertenza coinvolge circa 55.000 lavoratori in Italia, con Napoli e Campania tra i fronti incandescenti. In questi giorni, le proteste infiammano le piazze. Ce l’hanno con gli impegni elettorali, in primis quelli di Lega e Fratelli d’Italia. “Siamo stati sedotti e abbandonati da questo Governo che – recita un documento del Comitato Organico Aggiuntivo-Uniti per la Riconferma – in campagna elettorale sbandierava promesse solo per ottenere voti, una volta avuto il potere si è dimenticato di noi! Questo Governo parla tanto di “dare lavoro” ma in realtà lo ha tolto a quei 55.000 lavoratori che sono stati indispensabili e adesso non hanno nessun reddito e nessun sussidio per pagare le salate bollette ma soprattutto per dare da mangiare ai propri figli”.

E adesso la pazienza sembra finita, dove la fame di lavoro morde di più.

Ci hanno sfruttato per due anni e poi ci hanno lasciato a casa, lasciando le scuole in una situazione di precarietà – grida Alessia Cavataio sotto la prefettura di Napoli -. Abbiamo lasciato posti a tempo indeterminato, abbiamo lasciato famiglie, siamo andati a 800 km di distanza per poter lavorare e ora siamo a casa, e le scuole sono senza personale, sono sporche e poco sorvegliate”.

Come un mantra, i lavoratori citano i proclami di Fratelli d’Italia, il partito della premier Meloni. Sulle chat scorrono i manifesti di propaganda, i titoli di giornale dei mesi scorsi. A quel tempo, in FdI si invocava la “proroga dell’organico Covid”. Lo scorso 20 novembre, memore delle promesse, la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, ribadiva: “Una delle emergenze più importanti che deve affrontare il Governo è sicuramente quella dell’organico aggiuntivo da dare alle scuole, perché anche se il Covid non c’è più è necessario maggiorare l’organico perché le persone che sinora si sono fatte in quattro per risolvere i problemi negli ultimi anni possano farlo fino in fondo”.

Ad oggi, però, la soluzione non c’è. “La politica – dice Alessia Cavataio – ha fatto una campagna elettorale su di noi, da settembre siamo senza stipendio e senza Naspi. Ora si parla tanto del Pnrr ma pare che quei fondi non possano essere usati per il personale. Avremo scuole super tecnologiche, con i computer di ultima generazione, ma non sappiamo chi si prenderà cura di tutto ciò”. Il messaggio è: “Non vogliamo sussidi, vogliamo solo lavorare”. L’ultimo contratto è scaduto nel giugno scorso. Il 10 febbraio, il Comitato Organico Aggiuntivo ha manifestato a Roma. La richiesta formale è di un tavolo tecnico-politico. “Ma non ci è stato concesso ancora” spiega Alessia. E allora la lotta si inasprirà.