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Beni per oltre due milioni di euro sono stati sequestrati dai militari del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli a C. G., 46 anni, ritenuto affiliato al clan Moccia.
I finanzieri hanno messo i sigilli a 15 fabbricati e 2 terreni a Frattamaggiore, in provincia di Napoli e a due autovetture intestate al condannato, alla moglie e alla figlia.
La prima sezione penale della Corte di appello di Napoli ha accolto una richieste formulata dalla Procura Generale.
Il 46enne è stato condannato in via definitiva, con due distinte sentenze, dapprima a 9 anni di reclusione per estorsione aggravata dalla finalità agevolativa della predetta organizzazione camorristica e, in poi, a 14 anni di reclusione per associazione di stampo mafioso, tentata estorsione, detenzione di materiale esplosivo e atti di illecita concorrenza finalizzati ad agevolare il predetto clan.
Le indagini economico-patrimoniali del Gico hanno consentito di accertare che, tra il 1996 e il 2019, il condannato e i membri del suo nucleo familiare hanno dichiarato redditi palesemente incongruenti con il valore degli investimenti mobiliari e immobiliari effettuati e addirittura insufficienti a coprire la spesa media annua familiare.
“Il provvedimento in esame – spiega un comunicato – costituisce attuazione del Memorandum operativo sottoscritto lo scorso mese di febbraio tra la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli e il Comando Regionale Campania della Guardia di Finanza, che ha reso più sistematico il monitoraggio patrimoniale dei soggetti condannati in via definitiva allo scopo di assicurare il recupero alla collettività dei patrimoni illecitamente accumulati”.