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Napoli – Il florovivaismo, ovvero la coltura di fiori e di piante in vivaio, è un settore economico poco conosciuto ai più ma che contribuisce ad arricchire e ad improfumare ogni evento della nostra vita.

Dalle decorazioni floreali per i matrimoni ai bouquet per le lauree, dalle piantine regalate alle cene ai fiori sui davanzali, il florovivaismo colora la nostra vita.

Eppure, le perdite economiche, derivanti dalla chiusura forzata generata dalla pandemia da Covid-19, sono state notevoli e la ripresa sembra ardua. Infatti Vincenzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani, spiega: “Oggi scontiamo l’assenza di cerimonie e soprattutto l’impossibilità di programmare. Senza linee guida, senza elementi certi e senza risorse economiche non potremmo piantare e questo pregiudicherà ancora di più la ripartenza”.

La crisi del settore è denunciata anche da Massimo Iodice, proprietario del garden center Flover di Napoli, che, dopo la cancellazione di 10mila cerimonie in Campania, sostiene: “Chi considera che nel 2021 avremmo il doppio del lavoro perché dovremmo recuperare i matrimoni e le cerimonie saltate quest’anno fa un grosso errore di valutazione. Anzi paradossalmente potremmo trovarci con un settore ingessato e senza approvvigionamenti. Con l’aggravante di dover comprare dall’estero non aiutando certo il comparto made in Italy”.

La richiesta dei rappresentanti di questo settore è, dunque, quella di “conoscere quanto prima le regole per la ripartenza degli eventi, che per il 2020 sono completamente azzerati. L’assenza di cerimonie, matrimoni, feste e eventi si sta facendo sentire e non poco sul nostro comparto. Perdite che si stanno sommando a quelle già registrate durante la quarantena, con imprenditori e cooperative costrette a mandare al macero il 100% della produzione”.