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È un colpo durissimo quello inferto dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli all’organizzazione camorristica dei Sorianiello. Questa mattina, decine di militari, hanno circondato quella che è considerata la roccaforte del sodalizio, la cosiddetta ‘99’ di via Catone al rione Traiano, per eseguire oltre venti mandati di cattura nei confronti di boss e gregari, alcuni dei quali già detenuti per altre vicende.

In totale sono 26 i provvedimenti eseguiti grazie alle indagini coordinate dalla Dda partenopea. Al blitz, almeno per il momento, sono riusciti a sfuggire due esponenti di spicco della cosca, Simone Bartiromo, indicato come il principale fornitore di sostanze stupefacenti dei Sorianiello, e Simone Sorianiello, figlio del boss detenuto Alfredo e suo attuale erede nella direzione del gruppo malavitoso. Impossibile, invece, notificare il mandato di cattura ad una terza persona, Giuseppe Gaetano, perché, nel frattempo deceduta per cause naturali.

I colonnelli della cosca

A finire in manette, invece, tutti i colonnelli del clan tra cui Gennaro Volpe che, per ordine dei capi, aveva il compito di custodire la cassa dell’organizzazione. Arrestati anche personaggi del calibro di Carmine Fenderico, Alfonso Sorrentino e Raffaele Caprio, tutti vicinissimi al vertice del sodalizio e incaricati, tra le altre cose, di risolvere, nel caso anche con la forza, i dissidi tra i gestori delle varie piazze di spaccio e di contrastare eventuali minacce rappresentate da altri gruppi camorristici. Forza garantita al clan Sorianiello dalla disponibilità di un vero e proprio arsenale. Nel corso dell’indagine, infatti, i carabinieri hanno sequestrato 24 pistole, 14 fucili da guerra, circa 700 proiettili di vario calibro, silenziatori e, persino, giubbotti antiproiettile. Non solo. Dalle informazioni raccolte si è scoperto che, negli ultimi anni, il gruppo della ‘99’, come i Sorianiello sono conosciuti negli ambienti criminali, avevano stretto un’intesa strategica con i padrini della famigerata Alleanza di Secondigliano, il cartello camorristico formato dai clan Licciardi, Contini e Mallardo. Intesa che ha permesso al clan di via Catone di estendere, progressivamente, la sua influenza su buona parte della periferia occidentale di Napoli anche a scapito di altre formazioni malavitose.

L’omicidio a Castel Volturno

Numerosi i reati contestati agli indagati tra cui figurano anche mandanti ed esecutori dell’omicidio di Desmond Oviamwonyi e del ferimento di Morris Joe Idahosa avvenuti nel settembre del 2020 a Castelvolturno. I due, come emerso grazie anche ad alcune intercettazioni telefoniche tra Bartiromo e Simone Sorianiello, sarebbero stati colpiti perché avevano rubato una partita di droga, del valore di circa 40.000 euro, destinata alle piazze di spaccio della ‘99’. Non è l’unico episodio di violenza emerso nel corso delle indagini. I carabinieri, infatti, sono riusciti a documentare anche le fibrillazioni tra il sodalizio, alleato agli Esposito-Marsicano di Pianura e ai D’Ausilio di Bagnoli, e il gruppo guidato dal boss Massimiliano Esposito alias ‘o scognat. Fibrillazioni nate dopo che Esposito, senza il consenso degli altri ras, avrebbe ceduto il territorio di Agnano al gruppo Legnante.

Il summit e gli spari

I boss, riunitisi presso l’abitazione di Simone Sorianiello (foto in basso), decidono di mostrare i muscoli. Uomini del clan insieme a persone dei Marsicano-Esposito sfilano armati dinanzi al bar di Vitale Troncone, ras della zona di Fuorigrotta e, all’epoca, protettore del figlio minore di ‘o scognato, Massimiliano Giuseppe Junior. L’episodio è stato documentato grazie ad alcune microspie installate nell’abitazione dei Sorianiello dove fu organizzato il summit tra i clan dell’area occidentale. Lo strapotere dei Sorianiello nella periferia ovest emerge anche da un altro episodio, documentato anche questo dai carabinieri. Si tratta dell’intervento della cosca nelle vicende criminali del vicino quartiere di Pianura dove è in corso una faida tra gli alleati Esposito-Marsicano e quello che resta dei Pesce-Marfella. Uno scontro che non piace a Simone Sorianiello perché potrebbe attirare l’attenzione delle forze dell’ordine anche sulla sua organizzazione.