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L’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro è stato rinviato a giudizio per traffico di influenze, insieme con l’ex parlamentare Italo Bocchino e con lo stesso imprenditore Alfredo Romeo che è stato prosciolto da alcuni reati “minori”, tra cui quelli fiscali. Per l’attuale direttore dell’AslNa1 Ciro Verdoliva il rinvio a giudizio riguarda la frode in pubbliche forniture, la rivelazione di segreti d’ufficio, il favoreggiamento, la falsità materiale, la corruzione e l’induzione a dare o a promettere utilità.

Tra gli episodi contestati al direttore dell’Asl, figurano anche alcuni interventi manutentivi, nella sua abitazione, da parte di due dipendenti e il titolare di una impresa che stava svolgendo lavori in subappalto nell’ospedale Cardarelli di Napoli. Prosciolti dalle accuse di corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio i tre agenti della Polizia di Stato Aniello Ippolito, Francesco D’Ambrosio e Elio Di Maro mentre finiscono a giudizio due finanzieri.

A Ivan Russo, collaboratore storico di Romeo è contestata l’accusa di associazione per delinquere. Corruzione per a un dirigente di prima fascia del ministero della Giustizia, Emanuele Caldarera, all’epoca dei fatti con funzioni di Direttore generale per la gestione e manutenzione degli uffici ed edifici del complesso giudiziario di Napoli.