- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Pozzuoli – Strage familiare alla Solfatara di Pozzuoli, la Procura di Napoli è pronta a imprimere lo sprint all’inchiesta che dovrà accertare le eventuali responsabilità penali di chi era preposto al controllo dell’area. Il fascicolo, formalmente aperto stamattina, vedrà ad horas la notifica dei primi avvisi di garanzia. E l’elenco, stando alle prime indiscrezioni, si preannuncerebbe estremamente corposo.  

Un atto dovuto quanto necessario, anche a tutela degli indagati, per riuscire a ripercorrere la catena delle responsabilità. Per capire, soprattutto, cosa sia andato effettivamente storto durante quell’escursione maledetta. Fatalità o negligenza? Sta di fatto che quella che ne è scaturita è stata una tragedia assurda. Ieri, prima di mezzogiorno, a ridosso della “Fangaia”, nel cuore del vulcano flegreo, hanno infatti perso la vita Massimiliano Carrer, 45 anni, la moglie Tiziana Zaramella, 42, e il figlio Lorenzo, 11. Vivevano a Meolo, nel Veneziano. La visita alla Solfatara doveva essere l’ultimo momento di relax prima di tornare al Nord per la riapertura delle scuole. Dal cratere flegreo sono però tutti e tre usciti cadaveri. Le micidiali esalazioni di anidride carbonica inalate li hanno infatti uccisi nel giro di pochi minuti. Cinque al massimo. Unico superstite il piccolo Alessio, 7 anni appena: il bimbo ha visto morire davanti ai propri occhi i genitori e il fratellino maggiore.

Con la comunità puteolana ancora sotto choc, la palla passa adesso agli inquirenti partenopei. L’inchiesta della Procura è coordinata dall’aggiunto Giuseppe Lucantonio ed è stata affidata al sostituto Ilaria Mancusi Barone, accorsa già ieri pomeriggio sul luogo della strage. Il fascicolo è già stato aperto: i reati ipotizzati dovrebbero essere quelli di disastro e omicidio colposo plurimo. Anche la Regione Campania, ha assicurato il governatore De Luca, istituirà a breve una commissione d’indagine che possa ispezionare e verificare le condizioni di sicurezza nei luoghi anche privati che sono aperti al pubblico. Sulla vicenda gli inquirenti mantengono al momento il massimo riserbo, ma è fuori discussione che il loro obiettivo sia adesso quello di capire se la cavità nella quale le tre vittime sono precipitate fosse effettivamente segnalata e se lo fosse in maniera adeguata.