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Napoli  – Doveva essere un giorno di festa perché tornava da un matrimonio ma giunto a largo Sermonata il disastro. Le parole del poliziotto aggredito da un branco di giovani è da brividi. Un racconto che fa parte di una storia drammatica che due giorni fa ha portato all’arresto di otto persone tra le quali la figlia di Rosaria Pagano, detta la “zia”, donna boss degli scissionisti di Scampia. «Ho notato un gruppo di cinque, se motocicli, tutti con due persone a bordo tra cui anche diverse donne, i quali procedevano affiancati in direzione di piazza Vittoria con andatura lenta, occupando completamente la carreggiata». Istintivamente l’agente ha suonato al clacson e lì è scoppiato il putiferio. «Uno di loro si è voltato e ha detto: “ma dove vuole andare questo pezzo di merda”». Un comportamento che lascia senza parole l’agente che pure nella sua carriera ne ha viste di cotte e di crude. «Rallentavano fino a farmi fermare di colpo ma rendendomi conto che la situazione stava degenerando sono uscito e mi sono qualificato come poliziotto specificando che all’interno dell’auto c’erano dei bambini piccoli. Tale esclamazione scatenava il gruppo che iniziava con una violenza aggressione nei miei confronti. Venivo colpito da più parti con calci e pugni e anche con caschi da motociclista e nelle fasi concitate notavo che uno degli aggressori cercava di estrarre una pistola che aveva nella cintola». Ed è stato lì che il poliziotto ha sentito la donna urlare: «Tiene la pistola, è una guardia, sparalo». «Per questo ho estratto la pistola ed esplodevo un colpo verso di lui. A quel punto ho cercato di togliermi dalla traiettoria dell’auto dove c’erano mia moglie e i miei figli. Loro erano chiusi dentro mentre mia moglie nel tentativo di intervenire per difendermi è stata anche lei picchiata. È stata lei a dirmi che c’era un altro uomo che era armato. Infatti voltandomi ho visto un altro di loro con la pistola e per questo ho fatto fuoco ancora una volta».