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Napoli – Quasi 40mila euro in tartine, prosecco e dolci. Ma anche in cittadinanze onorarie, fiori e targhe. Nel 2019 il Comune di Napoli ha speso per la precisione 35.688,96 euro nelle cosiddette spese di rappresentanza. I numeri emergono spulciando tra le pagine degli allegati al rendiconto di bilancio.

Paladino della cittadinanza onoraria, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris quest’anno ha speso solo per quella del regista Ferzan Ozpetek quasi 1500 euro. Farlo diventare cittadino napoletano è costato tanto alle casse comunali tra i 337,50 euro per la pergamena e l’iscrizione del libro delle firme, 880 euro per brindisi e tartine, dulcis in fundo pagati anche i biglietti andata e ritorno Roma-Napoli per Luisa Ranieri ed un accompagnatore, invitati all’evento organizzato per il regista. Fa meno ‘audience’ forse per l’amministrazione de Magistris il maestro di origine salernitane, Bruno Venturini per cui spende meno, quasi la metà –  tra brindisi e pergamena poco più di 850 euro -, mentre il compositore Stefano Bollani si attesta sugli 800 euro, ultimo Gianni Minà con 337,50 euro.

Altro che amaro: il coffee break sempre a spese di Palazzo San Giacomo organizzato nella Sala dei Baroni per il seminario dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani è costato invece 1700 euro.

Ma l’altra grande passione oltre a buffet e cittadinanze è quella di conferire premi. Sembra un paradosso ma il Comune meno premiato d’Italia spende oltre 15mila euro in targhe, coppe e medaglie varie.

Infine scorrendo i documenti spunta anche il presidente del Consiglio comunale, Sandro Fucito che fa mettere sul conto 140 euro per i suoi 2mila bigliettini da visita. Che vuoi farci: è la rappresentanza istituzionale, bellezza.