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Giovedì 12 giugno, Elodie ha riscritto la storia dello Stadio Diego Armando Maradona, diventando la prima donna a calcare il palco partenopeo. L’atmosfera è elettrica già dalle prime note di «Tribale», quando il verde del prato si trasforma in un mare di luci e cori.

Quattro atti, quattro identità

Lo show si struttura in Audace, Galattica, Erotica e Magnetica, ciascuno introdotto da un monologo in voice‑over che racconta l’anima plurale dell’artista. Nel primo atto, un mix di «Mi Ami Mi Odi», «Cuore Nero» e mashup con Madonna e Donna Summer esplode tra fuochi d’artificio sonori. Nel secondo, una sezione onirica affidata alle drag queen e ai beat visionari di Nina Kraviz regala sospensioni cosmiche. Il terzo atto, tra gabbie sceniche e luci rosse, è un omaggio sensuale a «Pop Porno» e «Red Light». Infine, la festa LGBTQ+ nell’atto Magnetica, con «Dimenticarsi alle 7» e lo slogan “Make Equality Great Again” scandito dalle drag Narcisea, Dramma, La Signora Chen e Bellatrix.

Ospiti e sinergie

A sorprendere il pubblico è la presenza di Gigi D’Alessio, autore di capolavori come «Una magica storia d’amore» e «Io Vorrei», eseguiti in duetto con Elodie. Sullo sfondo, una band di sette musicisti e tre coriste, affiancati da un corpo di ballo di 16 elementi, trasformano ogni brano in un’esperienza totale.

Scenografia e dettagli di stile

Un maestoso ledwall centrale ospita video immersivi, mentre vasche d’acqua e pedane mobili offrono continui rimandi visivi. I costumi, firmati da Diesel, Roberto Cavalli, Mugler e Fendi, alternano denim scintillante, corsetti strutturati e perline, esaltando la fisicità performativa di Elodie.

Il riscatto nel ritmo

Tra momenti intimi e hit da stadio, l’artista romana conferma la sua capacità di unire spettacolo e impegno. Nel silenzio di «Bagno a mezzanotte» e nelle esplosioni di «Margarita», si percepisce una dichiarazione di libertà: corpo, voce e identità sono strumenti di riscatto contro qualunque pregiudizio.

Conclusione: oltre il concerto

Elodie chiude in trionfo, lasciando dietro di sé il boato di quarantamila persone. Non è soltanto un concerto: è un manifesto di inclusione, audacia e creatività, destinato a segnare un prima e un dopo nella storia dei grandi eventi live italiani.