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Napoli – “In allenamento era poco brillante”. Questa la motivazione di Carlo Ancelotti sulla clamorosa esclusione di Lorenzo Insigne, spedito direttamente in tribuna nella gara pareggiata 0-0 contro il Genk. Un passo falso che ha provocato numerose critiche nei confronti dell’allenatore emiliano, accusato di non aver ancora dato una vera e propria identità alla sua squadra. Troppi cambi, troppi esperimenti, turnover esasperato e modulo tattico (4-4-2) che poco si sposa con le caratteristiche dei giocatori presenti in rosa.

Su Insigne però c’è dell’altro. Da mesi i due si punzecchiano e si lanciano frecciatine tra una risata e l’altra. A Dimaro ad esempio, durante un incontro in piazza con i tifosi, Ancelotti ha ricordato a Lorenzo di giocare meglio con la maglia della Nazionale che con quella azzurra. La replica di Insigne fu istintiva (“È sempre colpa dell’allenatore”) salvo poi correggere il tiro ed elogiare il proprio allenatore: “Ancelotti è un signore, sia con noi calciatori che con lo staff. Ha un carattere stupendo. La verità è che abbiamo trascorso un anno insieme e un difetto non gliel’ho ancora trovato“.

Insigne è abituato a giocare largo a sinistra nel tridente offensivo. Lo scorso anno venne provato in posizione più centrale, da attaccante, nel 4-4-2 ma dopo un inizio esplosivo iniziò a palesare delle difficoltà. Ancelotti vorrebbe utilizzarlo in un centrocampo a quattro dove oltre a spingere è chiamato anche a dare equilibrio in fase difensiva. 

Collocazione tattica a parte, Insigne resta, tuttavia, uno degli elementi di forza della squadra azzurra. L’esclusione di ieri non è stata sicuramente la decisione migliore a prescindere da quanto successo in allenamento (Il Mattino parla addirittura di una pallonata contro un tabellone pubblicitario dopo aver saputo dell’esclusione) e nello spogliatoio. Insigne ha 28 anni, è nel pieno della sua carriera e ha dimostrato più di una volta di poter fare la differenza in qualsiasi momento della partita. Di contro c’è che sente troppo la pressione della sua piazza e spesso si lascia andare a reazioni istintive che mettono in evidenza tutta la sua debolezza mentale. Ancelotti deve lavorare su questo e sul recupero di un giocatore chiave per l’annata azzurra. Domenica a Torino c’è un’unica soluzione: farlo giocare titolare.