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Napoli – “Avete dimostrato professionalità, carattere, senso di appartenenza. Qui c’è gente che è in scadenza di contratto, deve andar via, c’è gente che piange”, dice Gattuso durante il suo discorso alla squadra dopo il trionfo in Coppa Italia. C’è José María Callejón che piange, solo, in disparte. Mentre Milik si appresta a calciare il rigore decisivo, lo spagnolo si isola. Rimane lì a bordocampo, si inginocchia e quando il pallone gonfia la rete si sfoga. Scoppia a piangere. Gli altri festeggiano la coppa. Callejon piange. Da solo.  Probabilmente perchè consapevole del fatto che questa può davvero essere l’ultima importante sfida con la maglia del Napoli. L’ultima grande emozione della sua esperienza indimenticabile. Piange José, se ne accorge Rino Gattuso, lo spinge in mezzo ai compagni che lo buttano in aria in trionfo.

La sua storia in azzurro, iniziata nel lontano 2013, dopo 7 anni conditi da 338 presenze, 80 gol e 77 assist, è ai titoli di coda. Dagli anni di Benitez ad Ancelotti e Gattuso, passando per Sarri, lo spagnolo è diventato una vera e propria colonna per il Napoli. Trovare un sostituto sarà un compito molto arduo per Giuntoli, visto che in Europa un giocatore che faccia lo stesso lavoro tattico di Callejon è praticamente introvabile. Ieri sera contro la Juventus l’ex Real Madrid ha disputato la sua 300ª partita da titolare con la maglia del Napoli in tutte le competizioni. Ora Josè, è al passo d’addio.

Marta Ponsati Romero, moglie di Callejon ha scritto un messaggio sui social dedicato allo spagnolo: “Ci sono emozioni nella vita che non si possono esprimere con le parole. Sei un grande, adorabile, e hai un cuore enorme… So cosa significa questo per te, goditelo“.