“La X municipalità versa in condizioni complesse – afferma Polge – ma quanto accade la notte nelle nostre strade è di una gravità inaudita. Abbiamo visto la timida risposta dello Stato solo quando è arrivato il caso di cronaca eclatante (l’aggressione all’ingegnere Lomasto di qualche giorno fa). Poi? Il nulla. Già questa notte via Marino era di nuovo in balia dei balordi sui loro scooter. Allora suggerisco di appendere uno striscione, questa volta non all’interno ma all’esterno dello stadio, in cui si afferma che qui lo Stato ha perso”.
“Il problema – insiste Polge – è culturale. Se permettiamo che le regole siano sempre calpestate sul territorio non stupiamoci poi di vedere Fuorigrotta puntualmente nelle pagine di cronaca: viabilità selvaggia, aggressioni, sottrazioni di zone comuni. Se chi è chiamato a risolvere un problema alza le mani, come a dire che non può far niente, come pretendiamo di far sentire ai cittadini perbene che c’è controllo del territorio?”.
“Abbiamo avanzato proposte immediate – rincara Polge – sia infrastrutturale che invocando presidi di sicurezza fissi, come accade in altre zone come il Vomero. Soluzioni rapidamente applicabili, che garantiscano agli abitanti di poter tornare a casa la sera senza temere per la propria incolumità. Politica e istituzioni sapete come ci hanno risposto? Dicendo che non è fattibile. Strano, perché quando si tratta di partite e concerti è incredibile come tutto possa facilmente cambiare, anche a danno dei cittadini residenti che hanno vissuto tutti i disagi di un’estate in cui via Marino era adibita a montaggio e smontaggio, carico e scarico, un cantiere costante che andava avanti tutta la notte”. “Dalla politica e dalle istituzioni – chiude Polge – solo dinieghi e nessuna iniziativa volta a risolvere il problema nel medio-lungo termine, nulla oltre le soluzioni sporadiche che tamponano leggermente ma non risolvono nulla. Alle nostre proposte ci hanno risposto in burocratese come se non ci fosse nulla da fare. I cittadini sono stanchi di questo scaricabarile e di non poter dormire sereni la notte, ancora una volta. Esigiamo una soluzione: non cederemo di un centimetro”.
