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Napoli –  Nella tarda serata di ieri, dopo un lungo dibattito, con 17 voti favorevoli e 4 astensioni (le opposizioni non hanno partecipato al voto) l’Aula del Consiglio Comunale di via Verdi ha dato il via libera alla delibera 257/2019 sulla convenzione pluriennale per la concessione in uso dello stadio San Paolo alla società sportiva Calcio Napoli per le stagioni agonistiche dal 2018/2019 al 2022/2023, prorogabile per ulteriori cinque anni, fino al 30 giugno 2028. 

Un via libera arrivato dopo diverse discussioni in Aula. Prima che l’assessore allo Sport Ciro Borriello illustrasse la delibera 257 sullo schema di convenzione con il Calcio Napoli per l’uso dello stadio San Paolo, il consigliere Vincenzo Moretto ha posto una questione pregiudiziale per la sospensione dell’esame della delibera.

L’assessore Borriello ha respinto con forza la questione pregiudiziale, rinviando alla discussione della delibera sui punti evidenziati. Messa in votazione per appello nominale, la pregiudiziale è stata respinta con 20 voti contrari, 10 favorevoli e un astenuto.

Illustrando lo schema di convenzione, l’assessore Borriello ha evidenziato che: “Si tratta di un atto molto importante, anche sul piano mediatico. Anche questo spiega forse – ha proseguito – perché il Collegio dei Revisori, che non hanno ritenuto di esprimersi in passato sulle precedenti convenzioni, abbia invece ora espresso le sue riserve, senza voler comprendere a fondo l’enorme lavoro che è stato svolto, e senza tener conto che lo stadio San Paolo verrà impiegato solo al 25%. E’, questo, un documento innegabilmente politico, che riguarda anche il fatto che nello stadio gioca la squadra della città, ma è anche un atto di modernità amministrativa, perchè non si poteva andare avanti con le vecchie modalità”.

Sul costo del personale, dell’energia elettrica, del consumo idrico, della custodia, della termogestione, Borriello ha dichiarato: “dobbiamo tener conto che il campo verrà utilizzato solo per novanta giorni. Si è tenuto conto del principio della copertura dei costi e della redditività.

Ci sono elementi innovativi nella convenzione: la possibilità di usare il campo per i concerti, ma anche quello della pubblicità, è evidente che se cambiano i costi della pubblicità cambieranno anche per il San Paolo.

Inoltre, gli obblighi a carico del concessionario: “il Calcio Napoli si occuperà della pulizia. E’ un traguardo importante quello che si sta raggiungendo oggi, finalmente viene regolamentato un rapporto duraturo e chiaro per l’uso dello stadio, questo è ciò che merita la città, e non è escluso che in futuro ci potranno essere ulteriori miglioramenti. Va sgomberato il campo da ogni equivoco: questo è un rapporto bilaterale con una società che porterà in giro il nome della città, ed è il momento, da parte del Consiglio, di dare prova di maturità”.

Nel dibattito sono intervenuti:

David Lebro (La Città): “Mi sarei aspettato maggiori dati tecnici dalla relazione dell’Assessore, anche alla luce dei pareri del collegio dei Revisori. Pareri che peraltro non vanno condannati, perché il collegio è imparziale e non va attaccato. Non è accettabile sentire che non ci sono principi di redditività rispetto al Calcio Napoli; si tratta di una società privata, peraltro morosa, ed è bene ricordarlo. Sono favorevole alla convenzione con la Società, però può una città in predissesto farlo per una cifra che ammonta ad un terzo rispetto a ciò che viene ora incassato? Dov’è l’interesse pubblico? Questa non è una convenzione che corrisponda ad un interesse pubblico, deve esserci un principio di redditività del patrimonio”.

Nino Simeone (Agorà) ha ricordato una pregiudiziale e numerose richieste, inevase, presentate nei mesi scorsi all’Amministrazione per conoscere la situazione debitoria del Calcio Napoli relativa alla precedente convenzione, votata in Aula cinque anni fa: “Pur non essendo vincolante il parere dei revisori dei conti, è pur sempre un dato del quale tenere conto, perciò non è chiaro perché non si sia mai avviato un contenzioso giudiziario nei confronti di una società morosa, così come avverrebbe per qualunque altro soggetto concessionario. Servono risposte chiare, nel rispetto del lavoro dei consiglieri che cercano solo di fare gli interessi della città”.

Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle), ha evidenziato che nella convenzione si mette fine all’interesse pubblico dello stadio San Paolo. Brambilla ha ripercorso le tappe che hanno portato alla situazione odierna, ricordando che non sono mai stati fatte ingiunzioni di pagamento nei confronti della società, né avviate azioni giudiziarie. “Questa è l’ennesima presa in giro per un atto sul quale c’è solo un’intesa di massima, alla quale non fa seguito alcun rispetto delle obbligazioni.  Esistono, nella convenzione, una serie di voci relative ai consumi che sono un vero e proprio regalo alla società. Non vengono adeguatamente chiariti i costi che sosterrà l’Amministrazione, non ci sono i pareri tecnici dei dirigenti. Qual è, ad esempio, il valore effettivo della bouvette o della pubblicità? In altre realtà sono stati nominati i “General Contractor” e si sono evitati tutti i contenziosi, e i servizi vengono gestiti adeguatamente. Il Comune di Napoli non è in grado di gestire lo stadio- ha concluso e si configura un danno erariale che rende impossibile votare questa convenzione”.

Andrea Santoro (Misto-Fratelli d’Italia) ha ricordato la mole di emendamenti discussi per la convenzione del 2015. “Il fatto che oggi ce ne siano di meno è indice che tutti,  maggioranza e opposizione, ritengano tempo perso provare modificare il documento. I Revisori dei Conti, a dispetto delle critiche riservate loro da parte dell’assessore, hanno agito correttamente, ed è quindi inutile entrare nel merito della convenzione; il problema è siamo pienamente consapevoli che, né l’Assessore, né l’Amministrazione, hanno potere di negoziazione né autorevolezza con la Società. Questa convenzione è la conseguenza del rapporto conflittuale tra il Sindaco ed il presidente della Società Calcio Napoli; resta ora il problema di come saldare queste vecchie pendenze, così come quello di altri lavori che sono necessari nello Stadio, come ad esempio quello della copertura. Ha espresso infine dubbi sul fatto che questa convenzione verrà firmata dal presidente del Calcio Napoli, resta quindi la mortificazione nel vedere che il Comune debba accontentarsi di un canone così irrisorio, deprezzando di fatto lo stadio della città”.

Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra) ha sottolineato il parere negativo del collegio dei revisori, pur apprezzando in senso positivo il lavoro per arrivare alla convenzione. “Probabilmente è la migliore convenzione possibile, e quando si decide di arrivare ad una convenzione si abbandona lo schema del servizio a domanda individuale avviando una relazione diversa. É stato sbagliato nel corso degli anni non provvedere alla contabilizzazione del giusto dovuto, ovvero all’emissione delle fatture di utilizzo, così come si fa con altri soggetti che utilizzano un bene comunale. Va bene decidere di chiudere il passaggio con una transazione tra il dare e avere, e il Comune deve avere, ma mai la convenzione può essere firmata prima che si riceva quanto dovuto. La convenzione deve però valere da domani, e non avere effetto retroattivo, un punto fondamentale per il gruppo che su questo ha presentato un emendamento specifico, perché non si può consentire che una Pubblica Amministrazione possa predeterminare un atto che abbia valore sanante rispetto al passato.”

Marco Nonno (Misto.Fratelli d’Italia) ha rilevato la gravità della modifica delle previsioni di entrata in bilancio per il Comune e del guadagno che avrà il privato da voci come la pubblicità, il cui canone sarebbe visto al ribasso in caso di retrocessione della squadra. “Ancora le voci sulle utenze e le bonifiche a carico del Comune, e le spese che l’Amministrazione dovrà sopportare per gli straordinari dei vigili, per la rimozione dei rifiuti e per altre voci similari. Se questi aspetti venissero inseriti in convenzione, si rivedrebbe il giudizio negativo sulla delibera”

Il presidente della commissione Sport Sgambati ha ricordato che la commissione si è riunita quattro volte sull’argomento. “L’atto in esame va ben oltre i suoi pregevoli contenuti amministrativi e va ad incidere sul rapporto di amore tra la città e la sua squadra. Si ristabilisce un equilibrio nell’interesse di un popolo, un atto di coraggio che non può essere ignorato, come del resto anche il parere dei revisori che comunque non rileva nessun aspetto illecito o dannoso”.

Gaetano Troncone (Misto) ha criticato la relazione dell’assessore, che ha parlato da tifoso più che da amministratore, rilevando l’impossibilità di non fare riferimento in un atto del genere al parametro della redditività. “L’atto non può essere condiviso perché non tutela il bene pubblico e non va nella direzione di tutelare gli interessi dell’amministrazione. La genesi dell’atto richiama ad incontri ristretti tra rappresentanti dell’amministrazione e vertici della società sportiva, e la sua approvazione esporrà a conseguenze dal punto di vista contabile. Va chiarito se votando l’atto, si andrebbe a percepire di più o di meno rispetto all’anno precedente. Se il segno fosse negativo, la situazione di predissesto, da sola, imporrebbe di votare contro l’atto. Ancora, il parere negativo dei revisori dei conti non può essere tralasciato, così come non è stata presa in considerazione la stima fatta dal Coni in occasione della convenzione ponte, che indica tutta una serie di elementi che producono reddito, come le bouvette, che saranno invece cedute gratuitamente alla società. Sarà presentato un emendamento per cancellare il passaggio che assegna alla Giunta la decisione sulla tariffa da applicare in caso di mancata sottoscrizione della convenzione”.

Diego Venanzoni (Partito Democratico) ha ricordato che già nell’agosto del 2018, si era tentato di avere chiarimenti sulla convenzione che si stava profilando, senza tuttavia avere risultati. “Ho espresso già precedentemente delle perplessità sul fatto che lo stadio che oggi si consegna alla Società, dopo una spesa di 23 milioni di euro, che richiedeva forse un aggiustamento del canone. Non si è proceduto giudiziariamente contro la società, occorreva un segnale da parte dell’Amministrazione, non è vero che una pubblica amministrazione non debba perseguire la redditività, si tratta di un segno di arroganza sul quale prima o poi la Corte dei Conti interverrà. Per tutte queste ragioni non si può votare questo schema di convenzione, e non si capisce perché l’Amministrazione continui a giocare al ribasso, assumendo un atteggiamento di debolezza. Sarebbe infatti opportuno sapere in Aula se c’è un accordo, se sono state date le dovute garanzie di pagamento del pregresso da parte della società. In mancanza di queste rassicurazioni politiche, il lavoro diplomatico svolto finora sarà stato pressoché inutile.”

Salvatore Guangi (Partito Democratico) è partito dalla questione del parere dei revisori dei conti: “è stata una impostazione sbagliata, quella dell’assessore, nei confronti dell’organo di revisione. Condividendo i contenuti della pregiudiziale illustrata da Moretto, ha fatto sue le perplessità sulla possibilità di andare avanti nella votazione della delibera. Con il Calcio Napoli non è avvenuto quello che avverrebbe con altre società concessionarie di impianti sportivi in caso di inadempienza. Ha espresso scetticismo sulla possibilità che, una volta firmata la convenzione, si possa rientrare dei crediti vantati nei confronti della società, per questo verranno presentati emendamenti. Una convezione, ha concluso, che in definitiva non è giusta per l’amministrazione e per la città”.

Vincenzo Moretto (Prima Napoli) ha ricordato che la correttezza istituzionale avrebbe imposto che la convenzione non dovesse arrivare in Consiglio comunale senza aver prima avuto un confronto diretto con lo stesso Consiglio. “Dai verbali delle commissioni emergono perplessità, espresse dia dalla maggioranza che dalla opposizione, e diventa sempre più forte la sensazione che si stia solo perdendo tempo, è evidente infatti che da parte della società siano state più volte espresse critiche contro lo stadio e contro l’Amministrazione, e si pensa seriamente che il presidente del Calcio Napoli non firmerà la convenzione . Anche sul ruolo dei Revisori, contro i quali si è scagliato l’assessore, non era opportuno criticare ma confutare con dati precisi. La redditività, che dobbiamo sempre ricercare, avrebbe consentito di recuperare fondi per altre opere per la collettività. Da questi elementi si coglie l’inadeguatezza degli amministratori della città, e occorre uno scatto di orgoglio per difendere un bene come il San Paolo”.

Marco Gaudini (Verdi Sfasteriati) ha ringraziato per il lavoro  svolto per la convenzione, in particolare la dirigente Gerardo Vaccaro. “Bisogna tener conto che la più importante squadra della città gioca nello stadio più importante della città, questo è il punto di partenza per ogni discussione seria, e ricordare poi che il tempo di utilizzo della struttura riguarda al massimo 90 giorni per una percentuale di uso della struttura del 25% . La convenzione chiarisce bene i termini relativi ai consumi, alla pubblicità, alla pulizia della struttura e al pagamento della TARI. Anche la sua durata è adeguata. Sul pagamento dei debiti pregressi non è l’Amministrazione a decidere che la società debba pagarli, ma una legge dello Stato, e questo è un punto imprescindibile. Ha annunciato due emendamenti alla convenzione, uno relativo alla TARI, e l’altro al pagamento dei canoni. Questo atto sarà un presupposto importante per riportare il rapporto tra l’Amministrazione e la società ad un sano rapporto istituzionale, riprendendo finalmente una seria interlocuzione”.

Salvatore Pace (Dema) ha voluto chiarire un equivoco: “non si sta parlando della cessione in gestione o della dismissione di un bene, ma della concessione limitata nel tempo di spazi limitati dello stadio San Paolo. Sui Revisori, ha evidenziato che la loro valutazione non ha sufficientemente tenuto conto del fatto che la struttura verrà impiegata al 25%, per massimo 27 eventi e per soli 90 giorni all’anno. Sulla scarsa redditività contestata dalle opposizioni, è stato calcolato un margine del 25% di guadagno sui costi sostenuti, proprio perché stiamo sempre parlando di 90 giorni di uso. Per questo non è accettabile che si definisca uno “scempio” questa convenzione. Basta prendere le carte, basta mettere da parte la retorica, per capire che questo è un unicum in Italia, perché altro stadi non sono dati in concessione ma in gestione, mentre qui viene garantito il rispetto della validità sociale dell’impresa che si va a compiere, e lo stadio resta un bene pubblico della città”.

Nella replica che è seguita, l’assessore Borriello ha dato lettura della sua relazione spiegando come si è arrivati alla determinazione del canone che tiene conto dei costi di gestione e del criterio di redditività.  “Firmata la convenzione si sarà pronti ad adire le vie legali verso chi non paga e si mette al sicuro per i prossimi cinque anni un’entrata anche nel caso in cui la squadra non avesse una posizione nella fascia alta della classifica e non raccogliesse seguito tra i tifosi.”