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Napoli – Condannato a 6 anni di reclusione il proprietario di un parco privato sul vulcano Solfatara dove nel 2017 persero la vita 3 persone, mamma, papà e figlio. Solo l’ultimogenito riuscì a salvarsi.

Era il 12 settembre del 2017 quando Massiliano Carrer insieme a sua moglie Tiziana Zaramella ed al figlio Lorenzo, persero la vita quando caddero in una voragine apertasi sotto i loro piedi e soffocarono a causa dei gas presenti nel sottosuolo del vulcano puteolano.

Fu fortunato il figlio più piccolo della famiglia di Venezia. Fortunatamente per lui infatti quella breve gita non gli costò la vita.

Una condanna e cinque assoluzioni. Si chiude così, davanti al gup Egle Pilla, il processo con rito abbreviato per la strage alla Solfatara di Napoli. Agli imputati erano contestati a vario titolo i reati di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e dei danni a più persone, e il disastro colposo, sempre in concorso.

Sei anni di reclusione per Giorgio Angarano, 72 anni, legale rappresentante della Vulcano Solfatara srl, società che gestiva il sito. Assolti i suoi cinque soci: Maria Angarano, 74 anni; Maria Di Salvo, 70 anni; l’omonima di quest’ultima Maria Di Salvo, 40 anni; Annarita Letizia, 70 anni, di Pozzuoli, e Francesco Di Salvo, 44 anni, di Napoli.