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Napoli – Fumata bianca. Non perché ci sia stata l’indicazione del candidato sindaco unitario, Gaetano Manfredi piuttosto che Roberto Fico. Ma perché il tavolo del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle si è ritrovato tutto d’accordo sul metodo per scovarlo quel candidato unitario. E non solo: perché il Movimento 5 Stelle apre a una collaborazione istituzionale anche con la Regione targata Vincenzo De Luca.

E quindi, andando con ordine. Questo è quanto scaturito dal vertice di stasera. Una delegazione del tavolo capitanata dal segretario dem Marco Sarracino avrà il compito di sondare tutte le parti in causa per giungere al tanto sospirato nome. I risultati di queste consultazioni saranno l’oggetto di discussione del prossimo appuntamento del tavolo dei 18.

La missione rimane sempre quella di giungere quanto prima al nome unitario. Enrico Letta, da Roma, in tempi non sospetti ha fissato per la prossima settimana il termine per uscire allo scoperto con una nomination unitaria, salvo affidarsi alle primarie.

E da stasera, in effetti, dopo poco più di 2 ore di discussione su Zoom, un passo verso questa direzione si è registrato anche sulla scorta di una prima bozza di “preambolo” che disegna il perimetro della coalizione.

In pratica, tutti dentro tranne chi rimane legato al mondo arancione del sindaco De Magistris. Ecco l’altro dato politico che sostanzialmente è emerso anche stasera. Il laboratorio napoletano dell’alleanza Pd-5 Stelle vorrà segnare una netta discontinuità con gli ultimi 10 anni di Palazzo San Giacomo.

Nessuno spazio per Alessandra Clemente e i suoi, in soldoni. La super assessora candidata a sindaco dal primo cittadino uscente, quindi, per rompere il suo isolamento ha solo un sentiero da percorrere: quello che la porterebbe nell’alveo civico che vuole costruire Catello Maresca.

Ma tant’è. Fiorella Zabatta (Verdi) ha proposto che un momento chiave per forza di cose dovrà essere il prossimo voto sul bilancio comunale. Già stamattina in aula il sindaco è rimasto senza maggioranza. E far finire la sua esperienza anticipatamente richiamando a Palazzo San Giacomo un commissario ad acta per approvare il documento economico-finanziario, per l’esponente ambientalista, sarebbe un modo per fare chiarezza su ciò che è stato. “Chi vota il bilancio non può rappresentare l’alternativa ma agisce in continuità con De Magistris”, ha spiegato la Zabatta riscuotendo cenni d’intesa da Fulvio Frezza (Più Europa) e Fulvio Bonavitacola (Pd confessione deluchiana) in primis.

Vincenzo Presutto del Movimento 5 Stelle l’ha messa poi così, aprendo a una collaborazione dei grillini finanche in Regione: “Oggi abbiamo presentato un documento politico. Un primo passo che serve da base di lavoro per chi vuole dare una svolta alla città. Il documento – ha spiegato il senatore pentastellato presente alla riunione – ha come obiettivo programmatico far uscire Napoli dall’isolamento, recuperando e costruendo quelle sinergie istituzionali che consentano di portare la città al centro dell’interlocuzione col governo nazionale e regionale: servirà per dare risposte alle criticità e cogliere le tante opportunità finora mancate”.

Mentre Articolo 1 con Francesco Dinacci ha ribadito il no alle primarie, Graziella Pagano (Italia Viva) ha rimarcato “noi non diciamo o primarie o morte, ma non possiamo accettare nemmeno il discorso inverso. In ogni caso siamo disponibili a costruire una candidatura che sia davvero unitaria a patto di dare pari dignità a tutti i partiti e ai nomi che gli stessi hanno proposto”, Sarracino del Pd ha proclamato già le 3 priorità identitarie della coalizione (“lotta alle povertà economiche ed educative, nuovo sviluppo ecosostenibile col Pnrr e  servizi, a cominciare dai trasporti, efficienti”).

E, per ora, tanto basta e avanza per una fumata bianca.