Tempo di lettura: 3 minuti

Questa volta è stato diverso. A Pozzuoli stamattina lo dicono tutti. Le oltre 160 scosse – 150 dalle 19.51 alle 0,31 e altre 15 dopo lo sciame – che si sono alternate durante la notte, in primis quella da 4.4 di magnitudo, la più forte degli ultimi 40 anni, hanno messo a durissima prova chi da una vita ha a che fare con il bradisismo. “Questa volta la paura ci ha sopraffatti ed è stato il caos’, racconta Luigi. Sul Lungomare Pertini c’è chi fa footing. Ma accanto, nelle auto parcheggiate, in tantissimi hanno trascorso la notte. Ci sono giovani con i loro amici cani, ci sono anziani, ci sono bimbi. Hanno il volto segnato dalla paura, dalla rabbia prima ancora che dalla stanchezza. Luigi e Margherita, la scorsa notte hanno preso la loro auto e sono andati a Formia: a bordo la bimba di sei anni e i genitori di 90 e 84 anni. Margherita piange quando racconta quello che è successo: “Io non lo so spiegare, la terra non smetteva di tremare, è come se sotto ci fosse stato qualcosa pronto a scoppiare”. “Questa volta basta, questa volta ce ne andiamo davvero da qui – aggiunge – Io sono nata a Pozzuoli, ho 47 anni, ma qui la vita è diventata impossibile”.
C’è poi la rabbia. “Ma lei lo sa che qui in tante vie di fuga ci sono i cantieri per la fibra, ma le pare normale? – dice Pasquale – ieri qui c’è stato il caos. Gente che guidava all’impazzata, clacson di gente che voleva superare gli altri. E se fosse successo di giorno? E se le scuole fossero state aperte? Il panico rischia di creare più danni dello stesso terremoto. La gente non sa cosa fare”.
Al momento sono 36 le famiglie sgomberate. Il Centro di coordinamento soccorsi ha disposto, su richiesta della Protezione civile della Regione Campania, l’invio di 400 brandine nella disponibilità del Capi del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, con sede a Capua, presso i comuni di Bacoli e Pozzuoli. La misura – viene spiegato – ha carattere essenzialmente cautelare, per fare in modo che le brandine siano subito a disposizione della popolazione locale in caso di necessità. Quello che è certo è che almeno stamattina, nessuno ha voglia di tornare a casa. Chi non ha dormito nelle tende delle aree di accoglienza, ci è andato stamattina. “Per ora stiamo qui, lo so che non possiamo restare per sempre ma le mie gambe sono ancora paralizzate dalla paura – racconta Rita – la verità e che stanotte nessuno sapeva cosa fare, dove andare. La verità è che ormai siamo stanchi”.