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Sui diritti civili pesano le parole, e anche le virgole talvolta. E sul Napoli Pride in programma oggi, la polemica scoppia proprio su certi termini. Nel presentare la manifestazione al Comune, due giorni fa il sindaco Manfredi parlava di “tolleranza come grande valore di comunità”. E ribadendo il concetto, spiegava che “in un mondo dove ci sono tanti conflitti, dobbiamo mettere al centro la tolleranza e l’accettazione della diversità”. Tollerare cosa, si è chiesto qualcuno. Diverso a chi, s’è interrogato qualche altro. Certo, alla tolleranza dedicò un celebre trattato Voltaire, uno dei padri dell’Illluminismo. Ma in 220 anni qualche passo avanti s’è fatto, e nuove sensibilità sono apparse sulla scena. “Manfredi nel parlare del Pride di Napoli ha detto che bisogna essere tolleranti e sapere accettare la diversità” sottolinea l’ex sindaco de Magistris sui social. “Dopo queste parole, unite a quelle gravissime su Palestina e Israele – aggiunge -, la vera tolleranza è diventata sopportare ancora prese di posizione di questa portata“.

Tra i primi a insorgere Pino De Stasio, consigliere della municipalità 2. “Resto letteralmente basito dalle dichiarazioni del Sindaco Manfredi” scrive in un post, annunciando di non aderire al Pride patrocinato dal Comune. “Riesumare il termine “tolleranza”, parola che nulla ha a che vedere sui Diritti sacrosanti delle nostre comunità – argomenta De Stasio -, fa tornare indietro di decenni le lotte che altre generazioni, e noi stessi, abbiamo intrapreso per sconfiggere, repressioni, omofobie, emarginazioni”. Secondo il consigliere, certa terminologia rimanda ad “un pensiero reazionario“. Qualcosa “che deve assolutamente essere censurato dalla comunità dei cittadini napoletani”.

Al di là delle reali intenzioni, Manfredi “lascia perplessi” anche gli attivisti dell’associazione Fatti di Napoletani perbene. “Le parole contano, e questa “tolleranza” è sbagliata” affermano sulla pagina Facebook dell’associazione. “La tolleranza – sostiene il post – è ciò che si riserva a ciò che si considera diverso, scomodo o fuori dalla norma, qualcosa da “sopportare” pur senza approvarlo”. Viceversa, “le persone LGBTQ+ non sono un’eccezione da sopportare, sono cittadini e cittadine a pieno titolo, parte integrante della nostra città, della nostra cultura, della nostra storia”. Per questi motivi “oggi non chiediamo più concessioni. Chiediamo uguaglianza”. Ed alle istituzioni si chiede “un linguaggio all’altezza dei tempi e dei diritti”. Con buona pace di Voltaire.