In primo piano c’è la Costituzione, resta invece sullo sfondo la separazione delle carriere. Nella Sala Arengario del Tribunale di Napoli va in scena la ‘Giornata della Giustizia’ . L’appuntamento è promosso dalla sezione distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati.
La platea è gremita di studenti, ma anche di magistrati, avvocati, esponenti del mondo della cultura. E spazio a temi come Costituzione, pace, violenza di genere e sistema giudiziario. Ma in una stagione di rinnovate tensioni politica-giustizia, alla vigilia non sono mancate polemiche. Come quella del guardasigilli Carlo Nordio. Il ministro ha criticato l’uso di una sede giudiziaria per la manifestazione, accusata di lanciare la battaglia referendaria contro la sua riforma. “Io penso che oggi siamo qui per parlare, per spiegare con termini non tecnici i problemi della giustizia” dichiara il procuratore capo Nicola Gratteri. “Poi – aggiunge -, del ‘no’ alla separazione delle carriere possiamo parlarne un’altra volta, dato che potrebbe essere motivo di strumentalizzazioni per chi non è in buona fede”. Quanto al ministro della giustizia, per Gratteri “dice tante cose, salvo poi essere smentito dalla storia e dai fatti”.
Oltre al procuratore capo di Napoli, tra i relatori ci sono la procuratrice minorile Patrizia Imperato, i giornalisti Giovanni Floris, Massimo Giannini e Conchita Sannino. Tra gli interventi, anche quelli di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, della cantante Fiorella Mannoia e della scrittrice Viola Ardone. Maria Rosaria Covelli, presidente della Corte d’Appello, sottolinea come il Palazzo di Giustizia debba essere “una casa aperta al territorio, alla collettività e soprattutto ai giovani”. Non a caso, c’è una riflessione sull’educazione come strumento di pace. “Non esiste pace senza educazione e formazione – sostiene Covelli -. Quando investiamo nell’educazione, non seminiamo solo conoscenza: seminiamo pace”. Sono infatti citati alcuni progetti, come il coinvolgimento di detenuti nei servizi amministrativi del Palazzo di Giustizia e la riapertura del Teatro di Nisida, dedicato a Eduardo De Filippo. Esempi di come la cultura e il lavoro possano restituire dignità e speranza, trasformando luoghi di pena in spazi di crescita e rinascita.