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NAPOLI – Francesco Nicodemo: consigliere comunale dem col secondo mandato della Iervolino, consigliere per la comunicazione del Pd e poi di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, fondatore di Lievito Consulting.

“Con Noemi Borghese e Natale De Gregorio, dal gennaio di quest’anno”.
 

E’ passato molto di più dai tempi della Fonderia, la Leopolda napoletana.

“Era il 2014, un’era geologica fa”.
 

Cosa ne è rimasto?

“Quel progetto aveva l’ambizione di dare spazio a una nuova classe dirigente. Non ha avuto successo”.
 

Ora vive a Roma: cosa arriva nella capitale di questa campagna elettorale di Napoli?

“Arriva che è moscia”.
 

E’ la più lunga di sempre.

“Vuoi per il periodo in cui si va a votare, a ottobre, sia per la pandemia, percepisco la gente distratta, lontana. Ma non solo a Napoli”.
 

Su Repubblica di oggi Ottavio Ragone intervista il Maestro Riccardo Muti: “Napoli è sfregiata, ritrovi se stessa”.

“Non so se è sfregiata. Ma una città in declino senz’altro”.
 

Segno meno per tutti gli indicatori.

“Mi pare che fatichi ad emergere una visione di sviluppo che vada oltre il sostenere che Napoli è bella e per questo devono arrivare i turisti”.
 

Troppo elementare, Watson.

“Bisognerebbe ripensare il ruolo produttivo che deve avere Napoli e l’intera sua area metropolitana”.
 

Dica la sua.

“Riconversione e sviluppo all’insegna del green e del digitale: queste, per me, dovrebbero rappresentare le due colonne del nostro sviluppo”.
 

What else?

“Napoli fatica a ritagliarsi il suo posto in Italia e nel Mediterraneo. Tanto più dopo la pandemia, è una città fragile”.
 

Per il Maestro Muti, la prima cosa che dovrebbe fare il nuovo sindaco è andare dagli orchestrali di Scampia.

“Una immagine suggestiva. Ma io preferirei che facesse qualcosa di più concreto, capace di impattare subito sulla vita dei napoletani. Questa è l’ora della concretezza”.
 

Lei, pur essendo di Napoli, tifa Roma. Oggi c’è il derby e il pragmatismo di Mourinho l’ha già contagiata.

“Può darsi. Di sicuro oggi è un giorno speciale”.
 

Tra giusto una settimana, invece, si vota.

“Ma io non voto a Napoli”.
 

Allunghiamo la lista di chi, a sinistra, sostiene “meno male, così non sono in imbarazzo tra Manfredi e Bassolino”?

“No. Io voterei Manfredi. Anche se mi piacerebbe assistere a un ballottaggio con Bassolino”.
 

Ventotto anni dopo, ancora Bassolino?

“Ha fatto una grande campagna elettorale, vecchio stile, da vecchio leone. Credo che il suo apporto sarà fondamentale per il rilancio della città. Ma Manfredi ha una visione più moderna”.
 

C’è una ricerca DeRev per Repubblica: il candidato sindaco più interattivo sui social è quello del centrodestra, Catello Maresca.

“Era partito anche bene, puntando sul suo profilo civico e venendo dal basso. Poi c’è stato l’abbraccio mortale con Salvini”.
 

I suoi post che hanno riscosso più successo sono quelli anti-Juve.

“Il che la dice lunga sulla sua proposta politica. Ma è anche vero che la comunicazione sui social si sviluppa sulle polarizzazioni. E niente, a Napoli, è più polarizzante dell’essere anti-Juve”.
 

Per il resto, che gliene pare?

“Non ha fatto una grande campagna elettorale. Lui, come gli altri”.
 

Cosa gli è mancato?

“E’ sembrato sempre alla ricerca di un centro di gravità permanente. Detto questo, tutte le campagne elettorali sono buone se conducono alla vittoria: effetto Mourinho”.
 

L’effetto Luca Morisi, invece, non ci sarà più. Aldo Grasso oggi sul Corriere: “La Bestia non balla più il Tweet”.

“La Bestia è stata raccontata sempre molto più forte rispetto a quanto davvero fosse da persone che di comunicazione social non capiscono niente”.
 

Sempre Grasso: “La Bestia è sempre in agguato, ama prendere alla sprovvista”.

“La Bestia ha funzionato fino a quando ha potuto fomentare le paure legate a temi come l’immigrazione e la sicurezza. Facendo vedere nemici dappertutto. Quando è arrivata la pandemia, un problema vero, si è rivelata per quello che è: inutile e dannosa”.
 

Non ruggisce più.

“Morisi è stato sconfitto dalla realtà. La fase politica è totalmente diversa rispetto a quella di 8 anni fa. E se proponi lo stesso registro comunicativo anche quando la gente cerca rassicurazioni è un problema”.
 

Dalla ricerca di DeRev Maresca ha registrato un ‘epic fail’ all’esclusione delle sue liste: “10 mila interazioni orientate al dileggio”. La Caporetto del civismo. 

“Bisogna intendersi su cosa si intende per civismo. Significa fare politica fuori dai partiti tradizionali? Allora ci stiamo appena mettendo alle spalle 10 anni di De Magistris. Maresca, fino a quando poteva pescare consensi sia a destra che a sinistra, per me, poteva crescere. Ma poi ha scelto di darsi una precisa connotazione politica. E Napoli non ha mai guardato a destra”.
 

Che bisogno aveva allora Manfredi di avere una coalizione con 13 liste?

“Se vince al primo turno, avrà visto giusto. Se lo farà al secondo, la bilancia penderà più sui problemi che potrà avere a gestire un consiglio comunale così frammentato”.
 

Sempre dalla ricerca DeRev: “Le candidature a supporto dell’ex rettore – le liste civiche – non sono state gradite da buona parte dei suoi followers”.

“Non mi meraviglia, ci sta. Bisognerà vedere se il gioco varrà la candela”.
 

Sarà determinante Bassolino, con la sua “community esigua, ma attenta”. Attenta soprattutto ad attaccare il centrosinistra di Manfredi, mai il centrodestra di Maresca.

“E’ logico: i suoi voti deve recuperarli a sinistra”.
 

A 74 anni.

“Avrà un ottimo risultato”.