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Caivano (Na) – Non accettava la relazione tra la sorella e un compagno trans e così ha deciso di speronarli con la moto, provocando un incidente drammatico nel corso del quale è deceduta Maria Paola Gaglione, 22 anni. Sulla terribile vicenda è intervenuta anche Daniela Lourdes Falanga, donna transgender e figura di spicco del movimento Lgbti+ italiano che nei giorni scorsi è stata protagonista alla 77esima edizione del Cinema di Venezia il docufilm Red Shoes – Il figlio del Boss. Con un lungo messaggio postato sui social, Daniela ricostruisce quanto accaduto due notti fa ad Acerra (Napoli), facendo emergere la storia d’amore tra Maria Paola e Ciro. 

“A Caivano si sta scrivendo una delle storie più brutali di violenza di genere. Si tratta di Ciro e Maria Paola. Ciro è un uomo trans, lei è la sua ragazza. Sono in moto e vengono speronati dal fratello di lei. La ragazza muore. Ciro è in ospedale e non sta bene. La madre di Ciro grida il suo dolore su Facebook e accusa il fratello di Maria Paola di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. Il fratello dirà che la sorella era stata “infettata” e che voleva liberarla. Due punti insieme che vengono a chiarirsi e definire ciò che potremmo indicare come femminicidio e transfobia. Intanto si consuma un dramma terribile, nella peggiore negazione, e Ciro in questa violenza inaudita subisce pure la condanna dell’ignoranza dei pseudo giornalisti e l’omertà di stampa. Lui non viene descritto come Ciro, ma come la compagna della ragazza morta. Se vogliamo capire cosa vuol significare che bisogna avere una legge contro l’omolesbobitrasfobia, questo è uno dei casi più espliciti. Qui c’è un omicida, c’è la violenza di genere, c’è la negazione da parte di una stampa che non sa definire fatti e persone e l’Italia da cambiare”.