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Napoli – È stato rinviato a giudizio il poliziotto che il 12 luglio di un anno fa sparò e uccise il cane Rocky. La decisione è stata presa dal giudice Enrico Campoli del Tribunale di Napoli che ha emanato il provvedimento di imputazione coatta in base ai filmati acquisiti nell’inchiesta. 

Il pitbull si trovava in strada insieme al suo padrone, quest’ultimo sottoposto agli arresti domiciliari ma sorpreso in via Cesare Rosaroll a Napoli dagli agenti durante la consegna di una notifica. Né nata però una colluttazione con più poliziotti che hanno tentato di bloccarlo, riuscendovi poco dopo non senza difficoltà. Attimi concitati che hanno provocato la naturale reazione del pitbull, intervenuto in difesa del padrone. L’animale ha aggredito i presenti ed è stato ferito a colpi d’arma da fuoco. 

Rocky – secondo quanto stabilito dal giudice – venne ucciso da un secondo colpo d’arma da fuoco dopo che “era già palesemente ferito e dall’andatura claudicante”. A darne notizia è Lndc-Animal Protection, associazione che negli ultimi anni si batte in modo strenuo affinché la magistratura tenga in debita considerazione i reati penali di maltrattamento e uccisione di animali, troppo spesso archiviati anche quando in presenza di evidenze clamorose.

Le immagini dell’uccisione di Rocky fecero il giro del web e provocarono l’indignazione degli animalisti che nei giorni successivi organizzarono diverse iniziative per protestare contro l’operato della polizia. “Siamo profondamente riconoscenti al giudice Campoli per aver riconosciuto legittima dignità a questo caso. E’ ovvio che, nel sistema democratico in cui abbiamo il privilegio di vivere, un rinvio a giudizio non rappresenta affatto la conclusione di un percorso, ma l’inizio. Eppure per gli animali, a dispetto delle leggi che li tutelano (di cui da tempo chiediamo il necessario aggiornamento con inasprimento delle pene), questo inizio non è mai scontato“, ha dichiarato Piera Rosati, presidente di Lndc-Animal Protection.