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Venne ucciso 12 anni fa in una epurazione interna al clan di Lauro durante la seconda faida di Scampia. Ora indagini dei Carabinieri hanno portato il gip di Napoli a firmare quattro misure cautelari nei confronti di mandanti ed esecutori di quel delitto. L’indagine riguarda l’omicidio di Ciro Maisto, vittima di una esecuzione il 6 agosto 2008 all’interno della villa comunale nel quartiere di Secondigliano.

Intercettazioni, dichiarazioni di collaboratori di giustizia e riscontri oggettivi hanno consentito di ricostruire che Maisto aveva messo in discussione la leadership del clan, in quel momento retto da Marco di Lauro, latitante ma presente sul territorio. La sua morte venne decisa perché i vertici della cosca valutarono che l’affiliato potesse tradirli, aderendo agli scissionisti oppure collaborando con la Giustizia.

L’uomo, elemento di spicco del clan, venne ucciso in prossimità del rione Dei Fiori, noto come Terzo Mondo, quartier generale della cosca, attirato in un tranello da altri affiliati, che poi gli spararono contro vari colpi di pistola.

Tra i destinatari del provvedimento, il boss Marco di Lauro, arrestato nel marzo 2019 dopo circa 15 anni di irreperibilità e già inserito nell’elenco dei latitanti più ricercati a livello nazionale, considerato il mandante dell’omicidio.