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Tempo di lettura: 2 minutiNapoli – La Corte di assise di appello di Napoli – III sezione – , in accoglimento delle questioni giuridiche formulate dagli avvocati Dario Vannetiello e Valerio De Maio, ha annullato la sentenza di condanna all’ergastolo inflitta dai giudici di primo grado a Spronello Pasquale.
Era accusato di aver ricoperto il ruolo di specchiettista nella esecuzione della progettata uccisione di Ciro Savino, nell’ambito della faida tra il clan Birra ed il clan Ascione-Papale la quale ha sconvolto la città di Ercolano per un decennio.
Se la vittima predestinata scampò all’agguato, perse la vita un innocente, Salvio Barbaro, di professione cantante, sfortunato a viaggiare quel giorno in un auto identica a quella in uso all’appartenente al clan Birra che doveva essere raggiunto dal fuoco dei proiettili. Nel processo di secondo grado, la difesa di Spronello, all’esito di approfondite arringhe, è riuscita ad incrinare la attendibilità delle dichiarazioni rese nel processo dal pentito Raffaele Capasso e dalla arcinota pentita Antonella Madonna, con l’effetto di annullare completamente la pesantissima condanna a costui solo qualche anno fa irrogata. Con la stessa decisione i giudici di secondo grado hanno confermato le condanne all’ergastolo inflitte in primo grado agli altri due imputati del delitto, Dantese Natale e Sannino Michele, ad eccezione della esclusione dell’isolamento diurno.
Era accusato di aver ricoperto il ruolo di specchiettista nella esecuzione della progettata uccisione di Ciro Savino, nell’ambito della faida tra il clan Birra ed il clan Ascione-Papale la quale ha sconvolto la città di Ercolano per un decennio.
Se la vittima predestinata scampò all’agguato, perse la vita un innocente, Salvio Barbaro, di professione cantante, sfortunato a viaggiare quel giorno in un auto identica a quella in uso all’appartenente al clan Birra che doveva essere raggiunto dal fuoco dei proiettili. Nel processo di secondo grado, la difesa di Spronello, all’esito di approfondite arringhe, è riuscita ad incrinare la attendibilità delle dichiarazioni rese nel processo dal pentito Raffaele Capasso e dalla arcinota pentita Antonella Madonna, con l’effetto di annullare completamente la pesantissima condanna a costui solo qualche anno fa irrogata. Con la stessa decisione i giudici di secondo grado hanno confermato le condanne all’ergastolo inflitte in primo grado agli altri due imputati del delitto, Dantese Natale e Sannino Michele, ad eccezione della esclusione dell’isolamento diurno.