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Pomigliano d’Arco (Na) – Emergenza lavoro, scatta la protesta davanti all’abitazione del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio. Una delegazione di operatori della cooperativa Santa Brigida, ieri intorno alla mezzanotte, si è presentata in via Abate Felice Toscano, dove vive la famiglia del leader grillino, minacciando di darsi fuoco se non fossero riusciti a parlare con lui. Attimi di tensione e puro terrore, che hanno reso necessario l’intervento dei carabinieri per far tornare la situazione alla normalità. Nel corso del blitz alcuni manifestanti si sono anche incatenati davanti a uno dei cancelli.  

La protesta della notte scorsa è il colpo di coda di una vertenza che si trascina ormai da tempo. Il futuro della cooperativa Santa Brigida, che fa capo alla Città Metropolitana di Napoli, è infatti ancora oggi estremamente incerto. Sei mesi fa, però, proprio il ministro dello Sviluppo economico Di Maio, aveva annunciato che non avrebbe abbandonato i lavoratori al proprio destino: “Oggi – dichiarava all’inizio del giugno scorso – ho incontrato tre gruppi di lavoratori in difficoltà che stavano aspettando alla sede del ministero dello Sviluppo economico delle risposte. Sono i lavoratori della cooperativa Santa Brigida, della Pac 2000A e dell’azienda Condotte Spa, cittadini accomunati dalla preoccupazione per il futuro e dal fatto che si sono sentiti abbandonati dalla politica e dalle istituzioni. Per rispondere a tutte queste legittime esigenze ho deciso di istituire un’unità di crisi aziendale che abbia un indirizzo politico, che si affiancherà all’unità tecnica del Mise. La mia priorità è dare risposte veloci e concrete. Io non potrò incontrarvi tutti, ma una cosa è certa: nessuno sarà lasciato solo“. Parole rassicuranti, alle quali, almeno a vedere la protesta della notte scorsa a Pomigliano, non ha però ancora fatto seguito alcuna iniziativa concreta.