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Napoli – Un’occasione di confronto per capire, con tutti gli organi coinvolti, quali fattori hanno provocato l’interruzione dell’erogazione dei fondi stanziati per il completamento dei lavori per la sede dell’Università a Scampia. Questo lo scopo della riunione di oggi, hanno precisato in apertura i presidenti de Majo e Felaco, ed il fatto che la Regione Campania, seppur invitata, sia assente (erano stati invitati il vice presidente Buonavitacola e il dirigente dell’area competente) rende difficile capire le motivazioni di un fatto che penalizza l’intero processo di riqualificazione del territorio di Scampia.

L’assessore Piscopo ha ricordato che sul territorio di Scampia è in corso il più grande progetto di rigenerazione urbana sul quale è impegnata l’amministrazione comunale, con il Governo centrale, attraverso il Bando Periferie, il Pon Metro ed il Patto per Napoli. Per quanto riguarda la costruzione della sede dell’Università, che dovrà ospitare la Facoltà di Scienze Infermieristiche, ha spiegato che sul progetto esistono due filoni di finanziamento. Il primo è di 31 milioni di euro, per la costruzione della struttura, dei quali la Regione ha finora riconosciuto 26 milioni ed erogato 21. Il blocco dell’erogazione attuale riguarda proprio gli ultimi 5 milioni di euro, necessari al completamento dell’opera. C’è poi un secondo filone di finanziamento, pari a 20 milioni di euro, necessari ad opere di adeguamento e completamento. Di questo fondo, circa 8 milioni sono destinanti ad opere di completamento e circa 12 all’acquisto di attrezzature tecnico-scientifiche. In questo procedimento il Comune, in qualità di stazione appaltante, è costretto ad interrompere i lavori se non riceve le tranches di finanziamento. Piscopo ha inoltre fatto riferimento ad una variante al progetto, relativa agli anni 2009 – 2010 (cd. “variante Gregotti”) sulla quale la Regione ha acceso un faro chiedendo chiarimenti all’amministrazione comunale. Chiarimenti che sono sempre stati forniti in tutti i tavoli tecnici e politici, pertanto risulta ora necessario che la Regione eroghi i restanti fondi stanziati in modo da scongiurare l’interruzione dei lavori e non compromettere l’erogazione del secondo finanziamento di 20 milioni. Risulta evidente, ha concluso Piscopo, che l’amministrazione, che comunque è impegnata anche nella ricerca di ulteriori fonti di finanziamento, resta disponibile a fornire tutte le delucidazioni che la Regione riterrà di richiedere.

La ricostruzione della complessa vicenda dal punto di vista dei finanziamenti e dei tavoli tecnici con la Regione Campania è stata fornita dal responsabile unico del procedimento, dal 2013, architetto Raffaele Esposito. Si tratta di finanziamenti che fanno capo a diverse direzioni regionali, con le quali in questi mesi è intercorsa una fitta corrispondenza soprattutto per chiarimenti chiesti dalla Regione stessa sulle varianti intervenute in corso d’opera; i chiarimenti sono stati forniti e, nonostante resti aperta ancora la questione relativa alla progettazione della variante, in buona sostanza la Regione ha riconosciuto le ragioni del Comune; sta di fatto che, allo stato, se non arrivano i circa 4 milioni per lo stato di avanzamento dei lavori, che a sua volta il Comune deve riconoscere all’associazione temporanea di imprese che sta costruendo l’università, risulta impossibile tenere aperto il cantiere rischiando di accumulare, nel frattempo, ulteriori debiti anche per il contenzioso che ne può derivare. Restano pertanto bloccate anche le ulteriori gare che, da cronoprogramma, sarebbero dovute partire per il completamento della struttura e l’acquisto di arredi.

Diversi consiglieri sono intervenuti nel corso della riunione: l’assenza degli interlocutori regionali invitati al tavolo odierno, una volta che in innumerevoli incontri tecnici sono stati forniti i chiarimenti richiesti, dimostra l’assenza della volontà politica di portare a termine il progetto, con il rischio di perdere quanto finora realizzato (Andreozzi di Dema); l’importanza del progetto, il destino dei lavoratori del cantiere, infine l’indebitamento verso le imprese impongono che al più presto ci sia una interlocuzione di carattere politico con le commissioni regionali competenti per fare chiarezza e sbloccare la situazione (Bismuto di Dema); d’accordo con la proposta anche la consigliera Menna (Mov. 5 Stelle) che ha ricordato che in Regione è ancora senza risposta una interrogazione del gruppo regionale sull’argomento; verificata l’insussistenza di cause tecniche del venir meno del flusso di finanziamenti, se il problema è riconducibile ad una alterazione della relazione politica tra Comune e Regione, è opportuno che il Sindaco stesso interloquisca, con un atto di natura politica, con il Presidente della Regione al fine di scongiurare il blocco del cantiere ha proposto Coppeto (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra); si tratta di una utile iniziativa, per Palmieri (Napoli Popolare), quella di un atto politico del Sindaco, per sbloccare la situazione senza sottovalutare il fatto che c’è comunque attenzione da parte della Regione ai progetti di rigenerazione territoriale, come dimostra il recente sblocco della stazione del cantiere per la stazione Scampia della metropolitana.

L’assessora all’Istruzione Annamaria Palmieri è intervenuta per sottolineare che in molti altri settori si è evidenziata una incapacità di spesa della Regione che si proietta, ad esempio, su asili nido e edilizia scolastica, che fa da freno a progetti di rigenerazione dei territori e che indirettamente determina la diminuzione dei finanziamenti statali che sono calibrati sulla spesa storica e non sul fabbisogno.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche il sindacalista della Cisl Massimo Capuozzo che, a nome dei circa 40 dipendenti impiegati nel cantiere, ha espresso grande preoccupazione per l’imminente chiusura e auspicato che Regione e Comune ritrovino al più presto le ragioni del dialogo per completare un’opera che è stata già realizzata per oltre il 70%, e i consiglieri di Municipalità Claudio Di Pietro, che ha definito grave e punitivo per Scampia l’atteggiamento della Regione, e Maria De Marco, per la quale non di scontro frontale ha bisogno il territorio ma di chiarezza da parte della Regione su che cosa ancora oggi ostacoli il completamento di un progetto importante per l’intera città, di cui, tra l’altro, la stessa Regione è promotrice e finanziatrice.