- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Napoletana, avvocata, 46 anni e un figlio, la senatrice del Pd Valeria Valente è stata nella legislatura che si è appena conclusa la presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere. Si ricandida in Campania, nel collegio uninominale di Napoli.

 

Senatrice Valente, perché un napoletano e più in generale un campano dovrebbe votare Pd?

“Perché il Pd è l’unico partito che ha messo al centro del suo programma il lavoro e che pensa ai giovani, alle donne e al Sud come pilastri del cambiamento in Italia. Nel nostro programma la priorità assoluta è l’occupazione, accanto all’ambiente e ai diritti. Vogliamo che le ragazze e i ragazzi, ma anche le donne, possano avere un’occupazione stabile e vogliamo mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori per affrontare il carovita e il caro bollette. Il nostro primo provvedimento in Consiglio dei ministri, come ha detto il segretario Letta, sarebbe il taglio del costo del lavoro con la quattordicesima per le lavoratrici, i lavoratori e i pensionati e il salario minimo, contro il lavoro povero. Vogliamo aiutare le imprese a superare la crisi. Votare il M5s significa votare la demagogia di chi ci ha messo nelle condizioni di perdere il Reddito di cittadinanza e senza governo in una crisi drammatica, votare destra significa ammazzare il Sud”.

 

Perché secondo lei la destra è pericolosa per il Sud?

“La destra di Meloni, Salvini e Berlusconi punta sulla flat tax che arricchisce i ricchi, sul presidenzialismo per prendere tutto il potere. Ma soprattutto ha in serbo due provvedimenti che insieme scardinerebbero il Mezzogiorno. Uno è l’autonomia differenziata che Salvini vuole realizzare nei primi 100 giorni. Significa che ogni Regione sarà autorizzata a spendere sul proprio territorio le tasse che raccoglie, chi è ricco diventa più ricco e chi è povero diventa più povero. In gioco c’è la sanità pubblica, ovviamente. Il secondo è rinegoziare il Pnrr. Noi abbiamo ottenuto che il 40% dei 200 miliardi di euro venga speso nelle regioni meridionali.  Anche Confindustria Campania ha lanciato l’allarme: significa perdere 80 miliardi per la transizione ecologica e digitale, le infrastrutture, la scuola, l’agricoltura, il turismo, le rinnovabili, le aziende. Non possiamo permetterci di perdere questa grande occasione che il Sud ha di risollevarsi, di avere lavoro e benessere”.

 

Perché un progressista a Napoli non dovrebbe votare M5s?

“Perché il M5s si è dimostrata una forza inaffidabile e demogogica, progressisti non ci si improvvisa. Ha innescato la miccia con cui la Destra ha fatto cadere il governo Draghi in un momento di crisi nera e lo ha fatto solo per motivi elettorali. Poi con il Reddito di Cittadinanza e il Superbonus 110 si è visto come anche misure giuste se costruite in maniera demagogica e populista solo per accarezzare la pancia rischiano di essere controproducenti, o di determinare storture pericolose, in grado di mettere le stesse misure poi in discussione. Noi vogliamo il Reddito di Cittadinanza, ma vogliamo soprattutto che chi può trovi un’occupazione stabile, perché il lavoro è dignità e libertà. Pretendere che lo Stato paghi per intero i lavori di manutenzione dei palazzi è troppo, ci vuole misura, altrimenti poi il gioco si sfascia. Solo Il Pd ha un programma credibile e serio”.

 

Un’ultima domanda: pensa che le donne abbiano da temere dalla vittoria di Giorgia Meloni, che una legge fondamentale come quella sull’aborto possa essere rimessa in discussione o che i toni di questa campagna elettorale siano stati esagerati?

“Penso che il timore sia giusto, sta già accadendo nelle Marche a guida Fdi. E basta pensare alla proposta del cimitero dei feti o al fatto che per Giorgia Meloni Orban è un esempio. Meloni dice di non voler toccare quella legge 194, così come dice che è europeista, femminista, moderata. Non basta essere una donna per stare dalla parte delle donne. Lei è conservatrice, ha in testa il modello patriarcale. Non servirà cancellare la legge, basterà rendere impossibile il ricorso all’aborto, colpevolizzando le donne. Credo che le donne a Napoli, in Campania e nel nostro Paese siano più avanti e meritino davvero di più. Noi per loro vogliamo più diritti, più autonomia. Vogliamo investire sui talenti e sulle competenze delle donne, il lavoro è dignità e libertà, anche dalla violenza maschile”.