A Napoli il verde pubblico è diminuito, nel giro di 7 anni. A dirlo è la relazione 2025 del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, che si avvale del supporto tecnico-amministrativo del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e dell’Ispra, ed è formato da esponenti del mondo della cultura, delle professioni e delle istituzioni. I dati mostrano come in città, tra 2016 e 2023 (ultimo dato disponibile), l’incidenza di aree verdi sia passata dal 35,67% al 35,58%. Un calo lieve, ma significativo. Perché a Napoli il verde pubblico, in sostanza, non aumenta. Anzi registra una contrazione, sia pur leggera. Per citare un esempio, nel comune di Cagliari l’indicatore è salito di circa 6 punti in percentuale. Per questo indicatore, comunque, in Italia la tendenza al calo è piuttosto frequente. “Potenza, Perugia e L’Aquila – spiega la relazione – sono i capoluoghi di regione in cui l’indicatore di incidenza di aree verdi nel 2023 presenta valori superiori all’80%; valori inferiori al 40% si osservano a Torino, Cagliari, Napoli, Venezia e Milano”.
Nello stesso periodo, a Napoli la percentuale di superficie vegetata su quella urbanizzata è scesa dal 33,54% al 33,49%. Qui, invece, non si assiste ad un trend al ribasso. “Anche per il secondo indicatore, quello relativo alla superficie vegetata su superficie urbanizzata – si legge nel documento -, Potenza, Perugia e L’Aquila mostrano i valori più alti nel 2023, superiori al 65%, mentre Cagliari, Milano, Napoli e Torino presentano invece i valori più bassi, inferiori al 35%”. Sempre per esemplificare, anche stavolta a Cagliari la percentuale è aumentata di circa 6 punti. La presenza di aree verdi pubbliche accessibili dai cittadini, considerate in rapporto all’estensione delle superfici edificate, è stata presa come stima delle quantità minime di spazi pubblici riservati alle attività collettive a verde pubblico (all’Art. 4, comma 2, della Legge 10/2013). Tra le 14 città metropolitane primeggiano ancora i capoluoghi del Nord: Torino, Milano e Venezia (dove risiedono nel complesso circa 2,5 mln di persone) segnano valori di verde accessibile superiori a 13,3 metri quadrati per 100 m2 di superficie urbanizzata. Anche Bologna, Firenze, Roma e Cagliari “hanno una buona dotazione di aree verdi in rapporto alla superfice urbanizzata (superiore a 9,2 m2/100 m2)”. Secondo la relazione, “il valore è relativamente più contenuto a Napoli e Palermo (non inferiore a 8,0 m2), mentre rapporti bassi caratterizzano Reggio Calabria e Catania (5,4 m2), Bari e Genova (rispettivamente 4,6 e 4,4 m2) e Messina (2,4 m2), città quelle di quest’ultimo gruppo dove nel complesso risiedono 1,5 mln di persone”.
C’è poi il capitolo della disponibilità pro capite di aree verdi. “Il 50% della superficie complessiva dedicata a verde urbano – afferma la relazione -, al netto delle aree naturali protette, risulta concentrata in 13 città, nella prima posizione troviamo Trento (47,5 mln di m2) e Roma (47,3 mln di m2), seguono Milano (25,6 mln), Bolzano (24,3 mln), Torino (23,7 mln), Isernia (21,1 mln), Parma (17,3 mln) Terni (16,7 mln) e Rieti (15,8 mln), poco meno nelle città di Modena, Genova, Napoli e Trieste (tra 12 e 14 mln) mentre all’opposto, in 10 capoluoghi concentrati maggiormente al Sud e nelle Isole (tra questi Messina), non si raggiungono gli standard minimi previsti dalla legge (9 m2 per abitante)”.