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Napoli – “La mia infanzia è stata spensierata. Sono nato al Rione Cavalleggeri, tra la borghesia di Fuorigrotta e la zona operaia di Bagnoli dove prosperava l’eternit. Mio padre lavorava lì come impiegato. Io costruivo i miei giocattoli con l’amianto”. Beppe Vessicchio torna a parlare della sua Napoli, la città dove è nato e dove ha trascorso la sua infanzia.

Oggi il Maestro compie 65 anni e ricorda che insieme ai suoi fratelli, da piccoli, “animavamo il dopo pranzo domenicale quando a casa nostra arrivavano le sorelle di mio padre. Mio fratello Pasquale in casa strimpellava la chitarra e suonava la fisarmonica e il mandolino. Un giorno, avevo 21 anni, mio padre mi disse: ‘Ma se ti laurei, farai mai l’architetto?’. ‘No’, risposi. Sono un uomo che si occupa di musica. La musica ci fa bene a prescindere dal fatto che ci piaccia, riesce a dialogare con le nostre cellule, infonde speranza. Me ne accorgo quando la domenica mattina con il mio quintetto d’archi e fisarmonica vado a suonare in ospedali e centri anziani”.