- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Il suo profilo sinuoso si staglia inconfondibile nel nostro cielo, il Vesuvio, uno dei vulcani più pericolosi al mondo, se ne sta sfrontatamente affacciato nel nostro golfo, a rammentare a tutti i Napoletani che la vita è appesa ad un filo, sarà anche per questo che nella cultura partenopea la vita e la morte camminano a braccetto. Così, in questa perenne sfida alla Signora con la Falce, si convive quotidianamente con lo Sterminator Vesevo, anzi, per chi fa ritorno a Napoli, quella sagoma rappresenta l’emblema della nostra città, che ci accoglie e ci fa sentire a casa.

Il Vesuvio, diventato il simbolo stesso della città, viene infatti rappresentato da secoli, in ogni opera pittorica, serigrafica e fotografica. Il vulcano campano assurge al ruolo di icona, identificativa di un luogo, non solamente geografico, ma anche e soprattutto dell’anima.

Durante questa estate ricorre l’anniversario dei 1940 anni dell’eruzione disastrosa del ‘79 dopo Cristo che seppellì Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplonti. In ricordo di quell’evento catastrofico e della veemenza del maestoso Vesuvio, l’artista napoletano, Gennaro Regina, presenta l’11 luglio, la mostra d’arte multimediale dal titolo Vesuvio in the Box, in allestimento al MAV, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, dall’11 luglio al 30 settembre 2019.

22 Opere, una serie di cortometraggi, una video installazione su un ledwall di 60 metri quadri per raccontare il vulcano più rappresentato nell’iconografia mondiale. Si preannuncia come un evento culturale unico: il Vesuvio in mostra alle falde del Vesuvio, come non si è mai visto.

Un’esposizione delle opere dell’artista partenopeo in un originale allestimento in cui si fondono i linguaggi della pittura contemporanea con quelli del racconto digitale dando vita a un’innovativa installazione di arte multimediale.

Il Vesuvio continua a raccontare la sua storia, in un eterno dialogo con i suoi spettatori, quelli di un giorno e quelli di ogni giorno, amato, temuto, celebrato, come monumento vitale, fatto di terra e di lava, di storie di distruzione e di linfa vitale!

Emanuela Zincone