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Massimo Troisi a 30 anni dalla scomparsa, avvenuta il 4 giugno 1994. “Una presenza assenza che non puoi mandare indietro” dice la sorella Rosaria. Massimo non è mai andato via, la sua leggerezza si avverte nell’aria. La prova è in un libro, di cui Rosaria Troisi è autrice: “Caro Massimo ti scrivo perché..” (Readaction). Una raccolta di lettere inviate all’attore napoletano, da persone famose e non. Segni particolari: missive scritte dopo la sua scomparsa. In tantissimi, ancora adesso, lo sentono vicino. Uno di famiglia, un parente con cui confidarsi.

Il libro (prefazione di Roberto Vecchioni) è stato presentato oggi a Napoli, alla libreria Io Ci Sto di via Cimarosa. Un po’ di Massimo, chi voleva, poteva trovarlo anche lì. Non solo nelle parole di Rosaria, che ne parla col sorriso. E si rabbuia soltanto “quando vedo qualcuno che lo rappresenta fragile, perché non ha mai dimostrato le sue fragilità”.

Troisi compare forse nel racconto dell’amico Ciro Ferrara, tra ricordi delle feste scudetto e un flashback dei film. Un flusso di memoria interrotto dall’emozione dell’ex calciatore. O nel destino tragico, evocato dal giornalista Carlo Verna, intrecciato a due altre icone come Maradona e Pino Daniele. Ma Troisi era e sarà questo: risate e vena malinconica, genio e fatalismo. Un uomo dai sentimenti, comunque, sempre profondi. E un artista dallo sguardo attento al prossimo. Anche per questo i proventi del libro saranno destinati alle associazioni DONK HM odv e Medici Senza Frontiere.