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Napoli – Dopo il dramma, la rabbia. Fermare subito la barbarie che ormai da mesi attanaglia il trasporto pubblico napoletano. È questa la richiesta che arriva all’unanimità dal mondo sindacale, politico e dirigenziale non appena si è diffusa la notizia della morte del vigilante Franco Della Corte, deceduto stamattina al Cardarelli dopo due settimane di agonia.   

Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav, nella nota appena inviata al prefetto di Napoli Carmela Pagano esprime forte allarmismo: «Gli ultimi gravissimi episodi meritano grande attenzione. Gli spari contro il treno della Circumvesuviana del 14 marzo e l’aggressione alla guardia giurata dell’Anm del 3 marzo, sfociata oggi nella morte del povero Francesco, sono soltanto gli ultimi episodi che stanno generando un crescente allarme e preoccupazione tra utenti e lavoratori». Fissato l’incipit, arriva quindi l’appello: «Le chiedo quindi ancora una volta con un urgenza un incontro sul tema della sicurezza nelle aziende di trasporto, al fine di valutare ulteriori iniziative possibili e utili a fronteggiare il fenomeno». In caso contrario le ripercussioni rischiano purtroppo di essere pesanti: «In assenza di un segnale di riscontro – prosegue De Gregorio – sia in Eav che nelle altre aziende del tpl il malessere non potrà che sfociare in azioni di protesta che genererebbero ulteriori disagi ai cittadini in un contesto già precario qual è quello del trasporto pubblico locale».

Un concetto, quest’ultimo, che viene ribadito con ancora maggiore enfasi da Adolfo Vallini, membro del coordinamento provinciale del sindacato Usb: «Ancora un omicidio sul lavoro, quella sera Franco non doveva essere da solo eppure era lì, senza nessuno che gli guardasse le spalle mentre svolgeva il proprio difficile lavoro in una città violenta. Il tema della sicurezza troppo spesso viene sacrificato sull’altare del profitto. La tutela fisica e morale dei lavoratori continua a essere considerata un costo per le aziende e non come un diritto sancito dalla Costituzione. Abbiamo da tempo chiesto e sollecitato un incontro alla Prefettura di Napoli per denunciare i continui abusi che i dipendenti della Security Service vivono quotidianamente, ma ad oggi non è ancora arrivata alcuna risposta. La morte di Franco è un dramma annunciato. Non si può e non si deve lavorare da soli mettendo a rischio la propria vita». Sul punto, il sindacalista Vallini avverte: «Adesso non è il momento delle polemiche ma se non arriveranno a breve che le risposte che chiediamo noi, come Usb, siamo pronti a proclamare lo sciopero del comparto».

Trasudano amarezza anche le parole del consigliere comunale Nino Simeone, presidente della commissione Trasporti: «Francesco Della Corte è morto , vittima di una brutale aggressione, mentre svolgeva il proprio lavoro di vigilantes alla metropolitana di Piscinola. Svolgere questo compito è complicato, difficile e rischioso, ma non si può morire in questo modo per portare a casa uno stipendio sicuramente non adeguato al rischio che si corre. Sono ancora sconosciute le cause della mortale aggressione, e mi sento vicino alla famiglia , alla moglie e ai figli. La mia solidarietà va a tutti i lavoratori dell’indotto Anm e nello specifico a quelli della vigilanza e guardiana. Sono mesi che denuncio le aggressioni di cui sono vittime tutti i lavoratori Anm e soprattutto quelli che hanno il contatto diretto con l’utenza. Mi riferisco in particolare ad autisti, controllori, agenti di stazione e operatori di esercizio. Sono certo che il Prefetto e le forze dell’ordine si impegneranno al massimo, pur consapevole dei pochi uomini a disposizione, per garantire adeguati livelli di  sicurezza  sui mezzi di trasporto e nelle strutture ; occorre  che, soprattutto sulle linee ad alta densità passeggeri, ci sia una maggiore attenzione visti i frequenti episodi delinquenziali che vedono coinvolti oltre che il personale addetto,  anche gli stessi utenti».