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In carcere per tutta la vita: la quinta Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Raimondo Caputo, detto “Tito”, il quale era accusato di essere il “mostro” che uccise Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni trovata senza vita il 24 giugno del 2014 al parco Verde di Caivano. Dieci anni sono stati invece inflitti a Marianna Fabozzi, la sua compagna, accusata di favoreggiamento negli abusi sessuali che lo stesso Caputo avrebbe invece perpetrato negli anni ai danni delle sue figlie minorenni. Violenze riscontrate anche da perizie fisiche. Una delle bimbe abusate era amica di Chicca, così come veniva chiamata Fortuna, ed è stata lei a raccontare agli psicologi e agli assistenti sociali quello che aveva visto nel pomeriggio, lei la testimone “chiave”. Raccontò di aver visto Titò lanciare da una finestra Fortuna nel vuoto, dopo aver provato a violentarla: «Lei scalciava e lui insisteva», disse. Dall’autopsia eseguita sul corpicino di Chicca è stato infatti stabilito che c’era stata violenza sessuale ed era cronica: era abusata da anni. La perita del pm disse che uno scempio così su una bambina non l’aveva mai visto. Caputo si è sempre professato innocente e ha più  volte preso parola cercando di ricostruire la sua versione dei fatti, affermando di essere stato visto giù al palazzo nel momento in cui Fortuna era ancora a terra senza vita. Ma i giudici non hanno creduto alla sua versione. La mamma di Chicca ha espresso soddisfazione per la sentenza: «Io ho perso la mia bimba per sempre lui dovrà soffrire in carcere tutta la vita», ha detto.