- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Una raccolta firme dire “basta aerei a bassa quota sulle nostre case“. Il Comitato No Fly Zone è sceso in piazza per una petizione da indirizzare al procuratore capo Nicola Gratteri, al prefetto Claudio Palomba e al sindaco Gaetano Manfredi. Il primo gazebo in via Scarlatti al Vomero, dove si replicherà il 4 novembre. Nei prossimi giorni l’iniziativa proseguirà nella limitrofa via Luca Giordano. Previste tappe anche ai Colli Aminei. L’obiettivo è lanciare un Sos sui sorvoli a Napoli. Attività che sarebbe giunta a “330 voli al giorno”.

Diverse le problematiche denunciate, legate al boom di voli a Capodichino negli ultimi anni. Secondo il comitato, il fenomeno “crea inquinamento atmosferico, violando non solo il nostro diritto ad un ambiente sano, ma provoca anche un rumore assordante che non consente lo svolgimento delle normali attività nelle abitazioni, come parlare al telefono, conversare con i famigliari o ascoltare la televisione“. Ciò accadrebbe “con una frequenza insopportabile dalle 6,00 del mattino fino alle 23,00 con una frequenza di un aereo ogni 3 o 4 minuti e sovente anche fino a notte inoltrata, provocando tra i cittadini una sensazione d’insicurezza per la vicinanza dei sorvoli a pochi metri sugli edifici”.

No Fly Zone e Assoutenti ritengono “violate leggi, normative e regolamenti che tutelano i cittadini, le cui abitazioni sono sottostanti alle rotte aeree“. Accuse sempre respinte dal gestore dello scalo, che evidenzia le procedure di mitigazione messe in campo. “Capodichino – sostiene il comitato – è saturo da anni, lo sanno le Istituzioni, le Amministrazioni, gli Enti e i Ministeri ai quali abbiamo chiesto il reinserimento dello scalo di Grazzanise nel Piano Nazionale Aeroporti, promesso da 50 anni alla Campania“.