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Napoli – “Fino agli anni ’80  rappresentavano un punto di riferimento certo nell’ambito del commercio vomerese – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, parlando degli esercizi commerciali, in particolare adibite alla vendita di generi alimentari, panetterie, pasticcerie, salumerie, macellerie e pescivendoli, che si tramandavano di padre in figlio, con ditte conosciute in tutta la Città per la rinomanza dei loro prodotti -. Poi, man mano che avanzavano i supermercati, hanno visto decimata la loro clientela, attratta dalle offerte praticate da questi ultimi. Il colpo ferale, infine, è stato prodotto dalla crisi economica e dal lievitare dei costi di gestione, a partire dai canoni di locazione “.

Tra tali esercizi famose erano, in particolare, le pescherie – ricorda Capodanno – di una delle quali parla nel suo libro “Vomero e dintorni” l’autore Mimmo Piscopo: la pescheria “Il Golfo di Pozzuoli “, che era rinomata in tutta la città e che sorgeva in via Scarlatti, nei pressi di piazza Vanvitelli a fianco del mitico “Grottino” di Angelo Giuliano, anch’esso scomparso da decenni “.

Sicché, al Vomero nell’indifferenza delle istituzioni – prosegue Capodanno -, aziende che in oltre mezzo secolo di vita avevano reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, sono spariti a uno a uno, sostituiti da attività di settori merceologici diversi. Da tempo, peraltro, corre voce di un quartiere utilizzato quale lavanderia di danaro sporco, denuncia di notevole gravità sulla quale è auspicabile che le autorità preposte, laddove non lo stiano già facendo, assumano al più presto i provvedimenti del caso “.

 “Una trasformazione quella settore commerciale vomerese che ha subito una preoccupante ed emblematica impennata negli ultimi lustri – prosegue Capodanno -. Al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche tradizionali famiglie vomeresi, la gestione dei quali passava di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo, con numerosi esercizi pubblici, principalmente bar, pizzerie e, più in generale, attività legate alla somministrazione di alimenti e bevande “.

 “Da qui l’ennesimo appello – conclude Capodanno – per sollecitare ancora una volta le istituzioni locali a mettere in atto provvedimenti immediati e concreti per salvaguardare le antiche botteghe storiche ancora in attività nel capoluogo partenopeo e, segnatamente, al Vomero “.