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La panchina della discordia al Vomero è un giallo di Ferragosto. Rimossa e poi subito rimessa venerdì, sull’onda delle proteste, in via Luca Giordano E innalzando pure la tensione tra Comune di Napoli e Municipalità 5. Resta il rebus sui motivi del temporaneo smantellamento, a detta della Municipalità disposto dall’ufficio comunale Edilizia monumentale. Anzi, il mistero si infittisce.

Lunedì, nell’area pedonale, la comparsa di un cartello sulla rediviva panchina. “Non sedersi, vernice fresca. Attenzione“. Il tutto vergato a penna, con tanto di nastro ad avvolgere il manufatto. Secondo il consigliere municipale Paolo Pace, è “la beffa” che “continua“. Perché “ovviamente non è verniciata di fresco“. Cartello e nastro sono stati tolti. Resta da scoprire l’autore del gesto. Il buontempone, se proprio lo si volesse chiamare così.

Ma intanto, il caso della panchina genera nuove tensioni al Vomero. E promette altri strascichi, magari legali. Rino Nasti, capogruppo municipale di Europa Verde, invoca “chiarimenti ufficiali da parte degli uffici competenti e della Municipalità”. E mette nel mirino l’ufficio comunale al centro della vicenda, condannando la mossa di eliminare l’arredo (“non ha alcun interesse pubblico, anzi, rischia di ridurre la fruibilità dello spazio urbano da parte della collettività”). La rete sociale No Box-Diritto alla città, invece, sottolinea che “nell’area pedonale di Via Luca Giordano-Via Scarlatti ci sono una quantità infinita di gazebo e tavolini che occupano enormi porzioni di suolo pubblico, la cui tassa di occupazione è evasa per circa il 65-70 % (dati dell’ufficio Entrate del Comune)”. E inoltre, “è decisamente incomprensibile il fatto che la Napoli Servizi abbia “obbedito” ad una disposizione di smantellamento ordinata dal Servizio Edilizia monumentale”. La panchina della discordia è una storia forse ancora all’inizio.